Povere popstar
Ci risiamo: ancora una volta una popstar che con la musica ha fatto incassi stratosferici si sente "derubata" da chi scambia liberamente brani musicali attraverso le reti peer-to-peer. Mi chiedo fino a quando dovremo assistere a tali penose esternazioni. Di fronte ad ogni nuova possibilità di duplicare contenuti (audiocassette prima, VHS poi, e P2P adesso) l'industria dell'entertainment ha sempre gridato allo scandalo, prefigurando la propria imminente rovina e la messa in miseria di numeri imprecisati di lavoratori del settore. Nei fatti, proprio grazie a nonostante l'avvento di tali "diavolerie" la medesima industria si è ritrovata sempre più ricca, insieme a non pochi degli artisti ad essa affiliati. Fra questi mi pare che Laura Pausini rappresenti proprio l'antitesi di coloro che sono andati in miseria, e la sua idea secondo cui "... i provider consentono agli utenti di condividere e scaricare illegalmente brani musicali protetti da diritto d'autore, sono complici dei downloader e quindi parlare di associazione a delinquere non è sbagliato" equivale a dire che gli autisti dei mezzi pubblici sono dei delinquenti perchè trasportano anche ladri e mafiosi. Quanto poi all'altra tesi "pausiniana" secondo cui "chi scarica di fatto ruba e in molti avrebbero già perso il posto di lavoro per questo", io rispondo che chi scarica non ruba, e che se a Laura Pausini duole che qualcuno perda il posto di lavoro (per motivi probabilmente diversi da quelli che lei adduce) può "adottarlo" lei poiché mi risulta che le popstar del suo calibro non versino in condizioni particolarmente disagiate, nonostante il dilagare delle reti P2P di file sharing. O forse proprio grazie a quest'ultime, visto che, è bene non dimenticarlo, gli artisti vivono innanzitutto di popolarità, alla quale la sempre maggiore circolazione delle proprie opere non puo' fare che bene.
Aggiornamento al 15/12/2010: come volevasi dimostrare.
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