Wikileaks
La notizia di questi giorni è la pubblicazione di una montagna di documenti riservati di pertinenza dell'amministrazione USA da parte del sito Wikileaks. Non sono affatto sorpreso che ciò sia accaduto, né posso dire con certezza se Julian Assange sia un eroe o se alla base della sua iniziativa vi siano motivazioni diverse da quelle che appaiono; io amo pensare che non ve ne siano. il Mondo è pieno di eroi, e non vedo perché Assange non potrebbe essere fra questi, almeno stando a quello che si sa della sua storia personale. Ma se anche io mi sbagliassi su questo punto, ciò non cambierebbe minimamente le considerazioni che seguono, perché mi occupo da quindici anni di cose della Rete ed una cosa penso di averla imparata: la Rete è incompatibile con la menzogna. Non che in Rete non si trovino anche menzogne, ma la probabilità che esse vengano prima o poi scoperte e bollate come tali è molto alta. E siccome spesso il potere è basato in misura più o meno grande sulla menzogna, la Rete è incompatibile con il potere, sia esso potere politico, potere economico-finanziario o potere criminale; perlomeno con il modo in cui il potere è stato mantenuto fino ad oggi, tale da ricondurre spesso le prime due forme alla terza.
Trovo poi oltremodo interessante come il sito di Wikileaks sia stato messo fuori uso da un attacco DDoS già poche ore dopo la pubblicazione del materiale in questione. Questo dimostra, se ve ne fosse ancora bisogno, che di solito gli attacchi informatici che vengono attribuiti agli "hackers sporchi e cattivi" sono in realtà riconducibili ai governi dei paesi più potenti ed influenti, oppure a grandi organizzazioni criminali e/o affaristiche, e questo a sua volta conferma come queste entità siano spesso accomunabili, perlomeno nei metodi di mantenimento del potere. E se tanto mi dà tanto, è verosimile che talvolta vi siano anche "convergenze reali" fra i due soggetti, in nome di reciproche convenienze.
Comunque io credo che la vicenda di Wikileaks sia solo il primo episodio su così vasta scala (vi sono illustri precedenti, rapportati alle possibilità di comunicazione dell'epoca) ed altri ne seguiranno, e riguarderanno certamente anche quei Paesi in cui più forte è il controllo esercitato dal potere sulle informazioni e sulle comunicazioni, come la Cina, l'Iran, la Russia, giusto per citarne quelli più rilevanti. D'altro canto non mi pare di essere l'unico a pensarla in questo modo, e per chi conosce William Ford Gibson credo che sia proprio il suo pensiero quello che meglio rappresenta la mia chiave di lettura di questi fenomeni.
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