Basta Euro!
La situazione Italiana si è ormai avvitata in una spirale recessiva di cui non si vede la fine. L'Euro, che in molti, me compreso, ritenevano potesse essere una soluzione (e la poteva essere se il Paese avesse saputo sfruttarla come si sarebbe dovuto fare), in realtà si va sempre più connotando come una parte sostanziale del problema; anzi, dei molti problemi da cui l'Italia è affetta e che per la maggior parte non sono certamente imputabili all'Euro, ma alla avidità, miopia e malafede di una classe politica e dirigente che non ha saputo far altro che rubare e badare al proprio tornaconto, comprandosi il consenso con i soldi nostri. Ma è andata così, e ciò che si presentava come una opportunità è finito per diventare un peso che ci impedisce di tentare di riscattarci da una situazione non più sostenibile. Del resto, l'idea europeista che ha portato alla moneta unica si sta rivelando ogni giorno di più per quello che è: una ideologia, o al più un'utopia. In mancanza di una profonda e completa integrazione dell'Europa a tutti i livelli (una cosa che francamente non si riesce nemmeno ad ipotizzare, a meno che non si ritenga realistico pensare che, ad esempio, un Francese possa recarsi ad elezioni politiche e scegliere di essere governato da un premier Tedesco, o Italiano), l'economia del nostro Paese e quella della Germania semplicemente non possono essere rappresentate dalla stessa moneta. E` una questione di logica elementare prima ancora che di politica. Se è vero che spesso per capire se una strada sia quella giusta bisogna provare a percorrerla, è altrettanto vero che una volta capito che non è quella giusta bisogna cercarne un'altra. Nel caso dell'Euro, che così com'è non funziona, invece di correggere il tiro e ridimensionare il progetto ci si ostina a volerlo portare avanti così com'è, con i risultati che vediamo.
Del resto, deve essere una moneta ad adattarsi all'economia che essa vuole rappresentare, e non il contrario, perché mi pare ovvio che quest'ultimo non possa essere fatto a comando, con decisioni prese a tavolino. Forse si riteneva che l'adozione di una moneta unica avrebbe stimolato i Paesi aderenti a convergere verso livelli più uniformi, ma questo non solo non è avvenuto, ma anzi i già grandi squilibri sono aumentati.
Naturalmente il passaggio dovrebbe essere gestito, ma non è né impossibile né utopistico. E potrebbe perfino non essere un "passaggio" in senso stretto: bisognerebbe introdurre una moneta da utilizzare per gli scambi interni, libera di fluttuare liberamente, e mantenere l'Euro come unità di conto per le transazioni internazionali, un po' come accadeva con l'ECU. Questa soluzione rappresenterebbe il giusto (e sostenibile) livello di integrazione monetaria Europea, senza le gravi controindicazioni dell'adozione dell'Euro come moneta unica, che si è rivelata una scelta utopistica fatta su basi più ideologiche che pragmatiche. Non è certo una via insolita, né un salto nel buio. L'Inghilterra si tiene ben stretta la propria moneta, pur rimanendo in un contesto Europeo per tante altre questioni, consapevole che la sostituzione della Sterlina con l'Euro potrebbe portarla rapidamente alla bancarotta. Bancarotta che nel caso del Regno Unito potrebbe forse avvenire anche se restano fuori dall'Euro, perché da questo punto di vista a mio avviso loro sono messi peggio di noi, avendo spostato la loro economia troppo sulla finanza anziché su industria e manifatturiero. In altri termini, anziché produrre prosciutti, mobili, buon vino, ottima cucina, e con una vocazione turistica che è quella che è, producono speculazione finanziaria, un "prodotto" che ultimamente non sta dando grandi prove di sé.
Tornando alla moneta, in molte parti dell'Europa, anche in Paesi della zona Euro, sono in vigore da tempo valute a carattere locale, ritenute evidentemente più in linea con le esigenze quotidiane nell'ambito di zone geografiche delimitate e, presumibilmente, abbastanza omogenee.
Purtroppo per noi Italiani, decisioni di una portata quale quella di "aggiustare il tiro" sull'Euro possono essere fatte solo da veri statisti, figure che sono drammaticamente assenti nel nostro panorama politico ed istituzionale. Ancora una volta, il paradosso è che il soggetto che sembrerebbe maggiormente dotato di questa qualità oggi è nientemeno che un comico di professione.
Comunque, se qualcuno ha soluzioni più efficaci da proporre le tiri fuori, ma lo faccia in fretta perché lo "sfascio" è già ad uno stadio molto avanzato. E non perché lo dico io ma perché è così, come ormai avvertono un po' tutti, anche coloro che a mio modesto avviso sono forse più parte del problema che della soluzione.
L'eventuale ripensamento del nostro rapporto con l'Euro però non risolverebbe automaticamente il nostro più grande, enorme problema: l'immoralità ladresca e costosissima di uno Stato impresentabile a tutti i livelli. Questa è una faccenda che dobbiamo assolutamente affrontare e risolvere da soli, Euro o non Euro.
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