Leggevo ieri
questo articolo. Paradossalmente, un esempio eclatante di ciò che può produrre la libertà di innovare proveniente da un paese come la Cina, che sebbene non brilli per democrazia perlomeno non impedisce ai propri cittadini di lavorare e creare cose nuove, ed anzi li incentiva a farlo. Quindi, se non altro, fra la libertà di espressione e la libertà di innovazione i cinesi possono perlomeno contare sulla seconda. Nel mondo occidentale, invece, i potentati politico-economici stanno provando in tutti i modi ad impedirle entrambe, perché al permanere di una formale libertà di espressione corrisponde sempre meno la libertà di ideare, costruire, studiare e
copiare diffondere ed utilizzare gli strumenti tecnologici che servirebbero per esercitarla. I mezzi attraverso cui viene condotta questa azione inibitrice, specie in una economia sempre più fatta di idee e di immaterialità, sono due:
E` la sostanziale assenza di questi freni a favorire l'economia cinese, così come favorì le economie occidentali - compresa quella americana - in un non lontano passato: se a questo delirio protezionistico non verrà posto un freno, l'oscurantismo tecnologico che esso vorrebbe imporre non ci consentirà di combattere ad armi pari con le economie emergenti, e soccomberemo.