08/11/2011 09:48


Ma in che Paese viviamo ?

Acquisto spesso cose da siti Web su Internet, tanto da singoli venditori come da grandi portali di commercio elettronico, come eBay, perché è facile, comodo e conveniente. Sempre più spesso però mi imbatto nel fatto che molti venditori escludono l'Italia, e spesso solo quella, dai Paesi verso i quali sono disposti a spedire la merce. Se fino a poco tempo fa questo accadeva soprattutto per venditori di Paesi non appartenenti alla Unione Europea, come gli Stati Uniti, oppure Hong Kong (venditori che però non escludevano praticamente nessun altro Paese, nemmeno del Terzo Mondo), ora la cosa si verifica sempre più spesso anche per venditori di Paesi UE (Germania, Inghilterra, ecc.). Queste esclusioni, che sulle prime potrebbero infastidire e suscitare un senso di ingiusta discriminazione, in realtà se si approfondisce un momento si capisce da cosa sono motivate, e penso che se io fossi al posto di quei venditori farei lo stesso. Questo forum di venditori eBay ad esempio, la dice molto lunga sull'Italia e su molti Italiani in qualità di compratori.

Ma se gli Italiani sono inaffidabili come clienti non potranno certo essere affidabili come legislatori e governanti. E infatti qui c'è l'elenco delle cose che è proibito spedire dall'estero verso l'Italia. Una voce per tutte: "TOYS NOT WHOLLY MADE OF WOOD" !!!! L'elenco è lunghissimo, tristemente ridicolo e davvero deprimente, e consegna un potere discrezionale enorme al personale doganale, che può così decidere a proprio piacimento se bloccare una spedizione, fregarne il contenuto o fare ciò che vuole, a spese del malcapitato destinatario onesto (una minoranza, stando al forum eBay di cui sopra). E infatti basta leggere un po' in giro per trovare tutte le conferme del caso. Tornando all'elenco delle merci "proibite", basta confrontare quello italiano con quello di qualsiasi altro Paese civile, ad esempio quello della Germania, per rendersi conto della drammaticità della situazione Italiana e per capire come mai il nostro tasso di sviluppo è fra i più bassi del mondo; un mondo sempre più globale dal quale i bizantinismi ed l'atteggiamento levantino e clientelare di ampi strati del Paese ci condannano ad una rovinosa esclusione. Un Paese del genere non può che funzionare a mazzette, a tutti i livelli, come infatti succede. Un Paese in cui troppi "furbi" pensano di essere quelli che "spennano" gli altri, ma che finiscono in realtà con l'essere loro gli spennati, pagando attraverso le tasse interessi sempre maggiori sui titoli di debito pubblico che altri Paesi meno "furbi" sono sempre più riluttanti ad acquistarci.

Ma in che Paese viviamo ? Dovremmo già essere falliti da un pezzo, e non mi meraviglio che i mercati se ne stiano finalmente accorgendo. A volte mi sorgono dubbi circa il se l'aderire alla UE possa essere stato un buon affare per l'Italia, ma quando vedo queste cose (e sono tante, ad esempio un milione e mezzo di processi civili pendenti, e così via) mi rendo anche conto che senza la UE, che bene o male ci impone alcune cose, noi saremmo totalmente nelle mani di quelli che fanno sì che il nostro Paese sia uno dei peggiori al mondo per quasi tutto, ad esclusione forse della pizza e degli spaghetti (ma se ne andranno anche quelli).

Quindi non solo è meglio che dalla UE l'Italia non esca, ma sarebbe bene se anche tutte le decisioni che ci riguardano venissero prese da fuori, forse avremmo qualche speranza in più. In parte ciò sta già accadendo in materia di politica economica e monetaria, il che significa indirettamente anche di politica fiscale e previdenziale, e c'è da augurarsi che questo si estenda anche ad altri settori. D'altra parte i primi nemici dei propri interessi sono proprio gli Italiani e gli altri non potranno esserlo di più. E` triste doverlo ammettere, ma è così.

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