Il notevole successo elettorale conseguito dal MoVimento 5 Stelle nelle scorse elezioni amministrative ha suscitato più di qualche preoccupazione nei partiti tradizionali, ed i loro rappresentanti, così come molti giornalisti, hanno cercato di esorcizzare questo successo etichettandolo come antipolitica. Io la penso in modo esattamente opposto, e cioè che il MoVimento ispirato da Beppe Grillo sia una risposta forte alla necessità di un ritorno della Politica quella con la "P" maiuscola, quella che deriva da "Polis", quella di cui c'è tanto bisogno, quella che rifugge dall'ipocrisia di una certa "moderazione", che in Italia è ben rappresentata in particolare dal cosiddetto "Terzo Polo" (peraltro ormai in "decomposizione") e che, quella si, rappresenta la negazione della politica stessa. Quella Politica fatta di idee, anche forti, anche utopistiche, quelle idee troppo spesso bruciate sull'altare del denaro; quelle idee che sono l'unico vero motore del mondo, idee rispetto alle quali il denaro rappresenta l'indispensabile carburate, ed è semmai quest'ultimo a dover essere "bruciato" nella caldaia delle idee per farle funzionare. Anche a costo di creare inflazione, anche a costo di rischiare il fallimento, anche a costo della propria vita, come accade ogni giorno in molte parti del mondo. Idee che vedono la loro morte nell'attuale classe politica e di potere che "occupa militarmente" ormai da anni il nostro Paese e ne aggrava ogni giorno di più la fame e la sete di idee, una fame ed una sete che "la casta" non prova più, avendo la pancia piena di denaro (altrui) e la testa vuota di ideali che non siano quello del mantenersi ben pasciuta, ormai prigioniera dei suoi stessi "clienti". Denaro che, una volta ottenuto, produce nei più il solito abbaglio, quello di pensare di avere raggiunto l'obiettivo, ed invece lo si è ancora una volta clamorosamente fallito. Quella sete di idee che spiega il perché un altro movimento, quello della Lega Nord, ex Lega Lombarda, abbia a avuto il successo che ha avuto nel recente passato: perché proponeva idee, idee forti, non sempre condivisibili ma cionondimeno idee, idee gridate con forza e animosità; idee che, ancora una volta, anziché bruciare il denaro sono state da esso bruciate, e anche la meteora leghista si è spenta nel fango. Ma le idee sono come Dio, che può venire ucciso, può morire, ma dopo tre giorni risorge, come diceva quella bella canzone di tanti anni fa di Francesco Guccini. Il vero rischio per il MoVimento 5 Stelle sono il "tritacarne" della TV e dei suoi "macellai professionisti", e le alleanze di potere, cosa che Beppe Grillo sa benissimo, come sa benissimo che è nell'animo umano cedere alle tentazioni, e che sono proprio le tentazioni che portano alla fine delle idee.
Io ho l'impressione che Grillo abbia intuito alcune cose importanti e che, non senza qualche incertezza iniziale, egli stia agendo di conseguenza, anche se a mio avviso la percezione che Grillo ha della Rete è ancora incompleta. L'esempio di Grillo è sicuramente peculiare, ma non è l'unico e ve ne sono altri che rappresentano ancor meglio un modo nuovo di fare politica, più in linea con le necessità del nostro tempo e volti a contrastare i tanti che vorrebbero portare indietro l'orologio della storia in nome di antiche rendite di posizione (ho scelto un esempio fra mille). Beppe Grillo, che certamente non può più essere definito "un giovane", dimostra inoltre come il sapersi rapportare con un mondo in profondo cambiamento non sia tanto una questione anagrafica, ma semmai di testa, di bagaglio culturale, di "alfabetizzazione" e, spero, soprattutto di cuore. Vedremo se il MoVimento ispirato da Grillo saprà essere davvero diverso, e migliore, o se invece anche questa cosa finirà come le altre. Ma tutto si può dire meno che definirla antipolitica, o pensare che non ve ne sia bisogno.
Ma c'è poi un'altra considerazione: anziché ironizzare su Grillo ed attaccarlo per cercare di esorcizzarne la capacità di raccogliere consensi intorno al suo MoVimento, i partiti (e con essi anche il nostro Capo dello Stato) farebbero meglio a ringraziarlo, perché potrebbe essere proprio grazie a Grillo se questa volta all'Italia venisse almeno in parte risparmiato il ritorno a certi gravi errori del passato, una fortuna che altri non hanno, affetti da quella labilità di memoria che tende puntualmente a manifestarsi in situazioni come quella attuale. Peraltro, con l'uscita forzata dall'Euro non è detto che nel medio/lungo periodo le probabili gravi difficoltà iniziali non si trasformino in un ottimo affare per colore che, come appunto la Grecia, si trovano oggi "costretti a trovare il coraggio" di andarsene per la propria strada. Come spesso accade, infatti, quando il treno sta per andarsi a schiantare i più fortunati sono quelli nella carrozza di coda, specie se questa si stacca dal convoglio prima dell'impatto. Non vorrei essere frainteso: io non sono pregiudizialmente contrario all'Euro o all'Unione Europea; il problema sono questo Euro e questa Unione, e se le cose non cambiano, e in fretta, non si può che aspettarsi il crollo rovinoso di tutta la costruzione.
Ma tornando a Grillo, che egli sia innovativo non lo dimostra solo quello che dice, ma anche come lo dice: per la prima volta in Italia, e forse nel mondo intero, uno che fa politica facendo ridere, e facendolo in modo consapevole; una bella differenza rispetto a buona parte di quelli che abbiamo avuto fino ad ora, che facevano (e fanno) solo ridere.