Fuori tre
Con la decisione di far decadere Silvio Berlusconi dalla carica di parlamentare si va rafforzando sempre più il gruppo di coloro che fanno politica al di fuori del Parlamento. Fuori uno con Beppe Grillo, fuori due con Matteo Renzi, e ora fuori tre con Silvio Berlusconi. Non certo senza differenze fra questi, poiché Grillo se ne sta fuori per (saggia) scelta, Renzi è fuori ma non vede l'ora di entrare, e Berlusconi è stato messo fuori suo malgrado. Tuttavia, per quanto riguarda quest'ultimo in particolare io penso che sia più un bene che un male, perché ora egli è meno ricattabile e potrà dedicarsi più liberamente al rafforzamento della propria leadership e alla guida della rinata Forza Italia, che grazie a questa vicenda non potrà che vedere allargata la propria base di consenso, e determinando con ogni probabilità un inedito (quanto involontario) "asse" fra Forza Italia e M5S su alcune questioni. Del resto, vista la sempre minore popolarità di cui gode il nostro Parlamento presso il Paese, lo starne fuori può solo aiutare ad acquisire credibilità e consensi, come il Movimento Cinque Stelle è lì a dimostrare, puntando (giustamente) il dito su chi sta dentro molto più per un senso di attaccamento alla poltrona che non di amore per il Paese. Fra costoro rientrano a pieno titolo gli esponenti del cosiddetto Nuovo Centrodestra, auto-condannatisi all'irrilevanza politica e alla subalternità alla Sinistra, la cui unica speranza in caso di future elezioni è che la rinata Forza Italia sia disposta a riprenderseli, pena una "evaporazione" numerica del tutto simile a quella toccata a Scelta Civica.
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