L'Europa che voglio
Il periodo che siamo vivendo non sembra proprio essere dei più felici per quella grande e ambiziosa costruzione che va sotto il nome di Unione Europea. Una costruzione fiaccata da molti mali, i principali dei quali sono uno scarso livello di democrazia nelle istituzioni che la governano, un rigore finanziario tale da risultare asfissiante e recessivo, l'esposizione ad una pressione migratoria senza precedenti rispetto alla quale ogni Paese Europeo procede in ordine sparso, e altro ancora. Non sorprende quindi se in un simile scenario stiano montando le tentazioni di abbandonare tutto, Euro compreso, e di tornare ai vecchi Stati nazionali e alle loro monete. Ma per i molti che la pensano così, molti altri - che io sono convinto rappresentino ancora la maggioranza - continuano a pensarla in modo opposto, o quantomeno il loro essere critici vuole in fondo dire non che non vogliano più l'Europa, ma che vogliono un'Europa diversa. Probabilmente la stessa Europa che voglio anch'io.
Ma:
Ma l'Europa che voglio è un'Europa dei popoli, un'Europa solidale, un'Europa che sia non solo una potenza economica ma che sia anche credibile sul piano militare e geopolitico; un'Europa che sia in grado di difendere da sola i propri confini, un'Europa che consideri il confine Mediterraneo come il proprio confine, e non solo quello dei Paesi che vi si affacciano; voglio un Governo Europeo eletto dai cittadini e con potere esecutivo, voglio un'Europa il cui Euro rappresenti la forza di tutti e non solo quella della Germania, un Euro magari svalutato ma proprio per questo più solido e solidale; un'Europa l'uscita dalla quale produca più danni che benefici a chi la pone in atto, come il Regno Unito. Questa è l'Europa che voglio, ed è la stessa Europa che vogliono i nostri figli, quelli che in questa Europa ci sono nati e che non vogliono tornare indietro, ai quali noi dovremo rendere conto se smetteremo di cavalcare l'utopia in nome della paura e della rinuncia. Questa è l'Europa che io voglio, e che continuerò a volere; pur nella consapevolezza che probabilmente io questa Europa non la vedrò, e forse non la vedranno neppure i nostri figli, ma forse i loro figli finalmente si. Se noi non la uccideremo prima.
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