Saldi invariati
Dopo mesi di grandi proclami da parte del Governo in fatto di crescita, di posti di lavoro e quant'altro, ero curioso di sapere che cosa si sarebbero inventati per cercare affrontare finalmente la realtà, cioè lo sviluppo che manca, il debito pubblico che non cala, le tasse che aumentano, e il lavoro che se ne va. La risposta è arrivata oggi: anche questa volta non si sono inventati niente.
Spesso in Italia le montagne partoriscono topolini, ma stavolta siamo andati oltre: il topolino (la sospensione temporanea di IMU e IVA), appena nato se lo è già mangiato il gatto (l'aumento degli acconti IRPEF, IRES e IRAP). La parola "acconto" poi è davvero esilarante (anche se in realtà c'è di che piangere), perché è superiore all'importo del totale.
Purtroppo i problemi dell'Italia ormai sono tali e tanti che è davvero difficile immaginare come un Governo fondato su una qualche base di consenso (in verità sempre più esigua) possa affrontarli efficacemente. Quando non solo non si riducono le tasse, ma al più se ne posticipano (di poco) alcune, e solo a condizione di anticiparne altre al fine di mantenere i "saldi invariati", di invariato resta solo il segno della derivata prima della curva fiscale e della curva dell'occupazione: positivo il primo e negativo il secondo."Il gioco delle tre tasse", titola simpaticamente il quotidiano "Libero", in una delle rare occasioni in cui io trovo simpatico un titolo di quel giornale.
Parafrasando il romanzo "Il Gattopardo", con questo ennesimo "fare di tutto per non fare nulla", nel Governo guidato da Enrico Letta saranno tutti contenti: il centrodestra perché potrà dire di avere fermato l'aumento dell'IVA, il centrosinistra perché potrà dire di avere incentivato "la ripresa" (che nessuno vede, tranne loro), ed entrambi gli schieramenti potranno far valere i rispettivi "meriti" alle prossime elezioni. Perché non è il bene del Paese ciò che sta a cuore a queste forze politiche, ma i voti, quelli dei fessi che nonostante tutto continuano a darglieli. Ma ho l'impressione che non durerà ancora a lungo.
Il redditometro
Si fa un gran parlare in questi giorni del redditometro, uno strumento che secondo coloro che "pensano bene" sarebbe volto a combattere l'elevato tasso di evasione fiscale che c'è nel nostro Paese. Ma, come diceva qualcuno più famoso di me, a pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina.
Questo strumento di accertamento fiscale di massa, di cui tutti i politici negano oggi la paternità visto il clima pre-elettorale, è stato da qualcuno ribattezzato in "riccometro", forse per fare un favore ad una certa Sinistra, e forse anche per renderlo in qualche modo più "orecchiabile" a chi ritiene che ad essere ricchi si faccia peccato, soprattutto se i ricchi "sono gli altri" (un'idea ben lontana dal modo di pensare di altri Paesi, ad esempio la calvinista e più pragmatica Svizzera, dove infatti la maggior parte della popolazione ... (continua)
La cura Monti
L'attuale governo presieduto da Mario Monti, e sostenuto tanto dalla ex-maggioranza quanto dalla ex-opposizione, passando per il centro, in una ammucchiata parlamentare di proporzioni forse mai viste nemmeno durante la Prima Repubblica, continua imperterrito nella sua opera di demolizione di quel poco di benessere che rimane nel nostro Paese. Quella di Monti non è una "medicina amara", come lo stesso Monti l'ha definita, ma è la medicina sbagliata, un veleno che sta stroncando il Paese senza risolverne i reali problemi, ed anzi aggravandoli. Non v'è ripresa senza sviluppo, e non può esservi sviluppo in presenza di un livello di tassazione come quello a cui siamo giunti. Non v'è ripresa senza ottimismo, e non può esservi ottimismo in un Paese ormai in ginocchio, nel quale l'identità nazionale ed il senso di appartenenza sono stati annientati da rendite di posizione di ogni tipo e da una classe politica interamente ... (continua)
AGCOM: come volevasi dimostrare
Alla fine, nonostante tutto e nonostante la drammatica situazione in cui l'Italia versa, in massima parte proprio per colpa dei partiti politici, questi continuano imperterriti sulla via di sempre, che è quella della lottizzazione e della logica spartitoria del potere. Avanti così ... (non che ci potessero fare illusioni). Quindi possiamo togliere le lettere "A" e "G" dalla sigla "AGCOM". La "A" di Authority, in quanto l'organismo che ne esce non è autorevole, non essendo rappresentativo della Rete e dei "Netizens", che pur costituendo ormai il grosso della comunicazione vengono ancora una volta ignorati; la "G" di "Garante" la togliamo perché questo organismo non garantisce nessuno se non i propri clienti di partito. Infine, se Internet è la comunicazione possiamo anche togliere il "COM" dalla sigla, e di "AGCOM" non resta più nulla. Quali siano poi i reali scopi di una simile "authority" lo si capisce dal fatto che ... (continua)
AGCOM
Leggo oggi della candidatura di Stefano Quintarelli alla presidenza dell’Autorità Garante delle Comunicazioni (AGCOM). Se questa candidatura andasse in porto e si trasformasse in una nomina sarebbe una delle pochissime volte in cui in Italia si affidano decisioni fondamentali in materia anche (soprattutto?) di Internet ad una persona davvero competente, e non solo sul piano tecnico ma anche su quello filosofico-culturale. E` per questo che temo che la cosa non andrà in porto .
Imposta Municipale Propria
Come volevasi dimostrare: la "U" dell'IMU era una presa in giro, una delle tante. Nel foglio diffuso dal mio Comune con le istruzioni per il calcolo c'è scritto "Imposta Municipale Propria - IMU". Il mio suggerimento di chiamarla Imposta Municipale Ulteriore se non altro ne avrebbe reso coerenti la descrizione estesa e l'acronimo. Quel "Propria", invece, rende la presa in giro se possibile ancor più amara, perché dà quasi l'idea che uno si stia tassando da solo. Si, perché in Italia è così che funziona, no? Ti obbligano al suicidio, e la corda con la quale impiccarti te le devi comprare tu, così poi è pure colpa tua. O forse è solo per lasciare aperto un spiraglio per introdurre in futuro una "Imposta Municipale Altrui", chissà. Del resto, in un Paese in cui ad ogni inizio anno ci viene imposto il pagamento del canone RAI, uno dei balzelli più odiosi ed anacronistici fra i tanti che opprimono gli Italiani ed affossano l'economia, quel "Propria" non suona poi diverso dall'altrettanto sfottente "caro abbonato".
Destinazione: Fallimento
Un Paese che punta a svilupparsi deve averemeno regole, meno vincoli, meno tasse e, naturalmente, meno tutele e meno garanzie. Da sempre questa è l'unica ricetta; chi nega che lo sia, o ha le idee confuse oppure sta facendo propaganda.
Un programma di governo realmente orientato allo sviluppo prima mette in atto le misure di cui sopra, in modo da favorire il ciclo economico ed una maggior circolazione di denaro, e poi intercetta una parte di tale denaro attraverso maggiori tasse, se occorre. Il programma del governo Monti invece è l'esatto contrario: prima il pareggio di bilancio aumentando le tasse, e poi lo sviluppo. Si tratta di pura propaganda, dove vi sono due cose certe: la prima sono le maggiori tasse, e la seconda è che non vi sarà alcuno sviluppo ma anzi ulteriore recessione, dalla quale deriva l'impossibilità di pagare le tasse, tanto le nuove quanto le vecchie. Né questo governo farà alcuna vera lotta all'evasione fiscale, perché ... (continua)
L'Italia e il coraggio che non c'è
Questo Euro non funziona; questa unione monetaria non funziona; l'Italia dovrebbe finalmente battere il pugno sul tavolo e pretendere che l'Euro venga svalutato del 50%, altrimenti ce ne andiamo. Non era questa l'unione europea che sognavamo, non è questa l'unione europea che vogliamo. Parafrasando qualcuno più famoso di me, io dico che potevamo scegliere fra una pressione fiscale insostenibile e il fallimento: abbiamo scelto la prima e non eviteremo il secondo. Ciò non ci esime neppure da una delle tante cose che dobbiamo fare per risanare il nostro Paese, ma queste cose le dobbiamo innanzitutto e soprattutto a noi stessi, e se anche dovessimo riuscire a farle tutte non serviranno ad evitare il fallimento del Paese se non ci liberiamo da vincoli che ci vengono imposti, che non ci appartengono e che tolgono alla nostra economia qualsiasi possibilità di crescita. Perché senza libertà non c'è economia, e se non c'è economia non c'è crescita; ciò che rimane sono solo recessione e tasse, tasse che non si possono più pagare.
Recessione
"L'Italia rischia la recessione", dice il nostro neo-ministro Passera. Christine Lagarde va oltre, ed estende il rischio a tutta l'Europa e al mondo intero.
Beh, meglio tardi che mai; era ora che Passera e la Lagarde se ne accorgessero. La classe media,in Italia ma sicuramente anche altrove, sen'è accorta già da almeno un anno. Io, nel mio piccolo, anche da prima.
Per quanto riguarda la situazione mondiale, la mia impressione è che ... (continua)
L'Eutanasia del Paese
La tanto temuta manovra economica del Governo Monti è stata finalmente annunciata, ed è peggiore delle già fosche previsioni. Da un lato, la riforma delle pensioni era sicuramente il primo dei punti da affrontare. Per vari decenni in Italia le pensioni sono state ... (continua)