Dal Sogno alla Realtà
Sono trascorsi alcuni anni da quando scrissi circa la mia idea di Unione Europea, anni nei quali il nostro continente - e il mondo intero - hanno conosciuto accadimenti talmente sconvolgenti da rimettere in discussione molte delle cose in cui credevamo, o forse nelle quali ci avevano indotti a credere, spesso in perfetta buona fede ma ahimè con scarso senso della realtà, come purtroppo oggi siamo costretti a constatare. Non è facile dover ammettere di essere stati vittima di un grande inganno, le cui tragiche conseguenze - già oggi molto evidenti - minacciano di diventare catastrofiche anche prima di ciò che si teme. Purtroppo è spesso più facile ingannare le persone che convincerle di essere state ingannate, tuttavia per quanto mi riguarda la disillusione l'ho raggiunta in modo totalmente autonomo, unicamente sulla base dell'evidenza che quella Europea non è di fatto una unione ma solo una specie di alleanza tecnocratica economico-finanziaria totalmente priva di una visione comune; una costruzione fallace nella quale l'avere adottato una moneta unica si è rivelato essere un ulteriore problema anziché una soluzione. L'Europa che volevo era ... (leggi tutto)
To Brexit or Not To Brexit ?
Il referendum con cui l'Inghilterra decise di staccarsi dall'Unione Europea, con un margine di vittoria del Leave relativamente ridotto, non poteva che produrre nella società e nella politica di quel Paese la situazione convulsa alla quale stiamo assistendo, situazione che al momento non sembra avere chiare prospettive di soluzione, e la mia opinione sulla Brexit è ben descritta in questo articolo, che vorrei avere scritto io.
Il Regno Unito (che mai come in questi ultimi mesi si sta rivelando non poi così unito), e in particolare l'Inghilterra, dopotutto non è mai stato convintamente parte della UE e quindi non c'è di che meravigliarsi. Probabilmente gli Inglesi non hanno mai capito che per fare una unione, qualunque unione, ognuna delle parti deve essere disposta a rinunciare a qualcosa per avere qualcosa in cambio. Se si vuol solo prendere ma senza dare non funziona; e questo non vale solo per l'Inghilterra, ma anche per ... (leggi tutto)
L'Europa che voglio
Il periodo che siamo vivendo non sembra proprio essere dei più felici per quella grande e ambiziosa costruzione che va sotto il nome di Unione Europea. Una costruzione fiaccata da molti mali, i principali dei quali sono uno scarso livello di democrazia nelle istituzioni che la governano, un rigore finanziario tale da risultare asfissiante e recessivo, l'esposizione ad una pressione migratoria senza precedenti rispetto alla quale ogni Paese Europeo procede in ordine sparso, e altro ancora. Non sorprende quindi se in un simile scenario stiano montando le tentazioni di abbandonare tutto, Euro compreso, e di tornare ai vecchi Stati nazionali e alle loro monete. Ma per i molti che la pensano così, molti altri - che io sono convinto rappresentino ancora la maggioranza - continuano a pensarla in modo opposto, o quantomeno il loro essere critici vuole in fondo dire non che non vogliano più l'Europa, ma che vogliono un'Europa diversa. Probabilmente la stessa Europa che ... (leggi tutto)
Sciopero generale
E` passato tanto tempo dall'ultimo post, non certo perché non vi fossero cose da scrivere ma semmai per il contrario: ve n'erano e ve ne sono troppe, quello che manca è il tempo per scriverle.
Oggi una parte delle organizzazioni sindacali ha portato in piazza molte migliaia di persone per protesta conto il Jobs Act in approvazione da parte del Governo di Matteo Renzi.
Esattamente vent'anni fa, nel 1994, il primo Governo Berlusconi, forte di una ampia maggioranza, disse che bisognava riformare il sistema pensionistico e il mercato del lavoro. Immediatamente i sindacati e la Sinistra gli rivoltarono contro la piazza, in breve tempo la Lega Nord si sfilò e il Governo cadde.
Oggi, a vent'anni di distanza, Matteo Renzi sta cercando di affrontare quegli stessi problemi, ed oggi come allora i medesimi soggetti sono scesi in piazza per protestare. Gli stessi soggetti che all'epoca avevano impedito ogni vera riforma in tema di lavoro e pensioni oggi si ritrovano nuovamente in piazza, con sempre meno lavoro, sempre meno pensioni e sempre più tasse patrimoniali da pagare, e da pagare a prescindere da ciò che uno guadagna, magari per una casa già gravata da un mutuo che non si riesce più a onorare perché si è senza lavoro.
Abbiamo sprecato vent'anni, due decenni in cui ... (leggi tutto)
Fuori tre
Con la decisione di far decadere Silvio Berlusconi dalla carica di parlamentare si va rafforzando sempre più il gruppo di coloro che fanno politica al di fuori del Parlamento. Fuori uno con Beppe Grillo, fuori due con Matteo Renzi, e ora fuori tre con Silvio Berlusconi. Non certo senza differenze fra questi, poiché Grillo se ne sta fuori per (saggia) scelta, Renzi è fuori ma non vede l'ora di entrare, e Berlusconi è stato messo fuori suo malgrado. Tuttavia, per quanto riguarda quest'ultimo in particolare io penso che sia più un bene che un male, perché ora egli è meno ricattabile e potrà dedicarsi più liberamente al rafforzamento della propria leadership e alla guida della rinata Forza Italia, che grazie a questa vicenda non potrà che vedere allargata la propria base di consenso, e determinando con ogni probabilità un inedito (quanto involontario) "asse" fra Forza Italia e M5S su alcune questioni. Del resto, vista la sempre minore popolarità di cui gode il nostro Parlamento presso il Paese, lo starne fuori può solo aiutare ad acquisire credibilità e consensi, come il Movimento Cinque Stelle è lì a dimostrare, puntando (giustamente) il dito su chi sta dentro molto più per un senso di attaccamento alla poltrona che non di amore per il Paese. Fra costoro rientrano a pieno titolo gli esponenti del cosiddetto Nuovo Centrodestra, auto-condannatisi all'irrilevanza politica e alla subalternità alla Sinistra, la cui unica speranza in caso di future elezioni è che la rinata Forza Italia sia disposta a riprenderseli, pena una "evaporazione" numerica del tutto simile a quella toccata a Scelta Civica.
L'unica speranza per l'Italia
Viste le condizioni in cui è ridotto il Paese, in un precipitare verso il basso di cui non si vede la fine ma solo una continua accelerazione, l'unica speranza per l'Italia è il Movimento Cinque Stelle. E` certamente una speranza non priva di rischi, ma pursempre una speranza. Ed è sempre meglio una speranza, anche se con molte incognite, che la certezza di uno schianto probabile e definitivo. Ma affinché questa speranza possa rimanere tale il M5S dovrà sapersi mantenere fedele alla propria impostazione, senza quei cedimenti e quei compromessi che la vecchia politica vorrebbe, e una parte del Paese sembrerebbe disposta a concedere (nonostante tutto). O la va, o la spacca. A meno che il 2013 ci porti significativi miglioramenti, ma al momento tutto lascerebbe intendere il contrario, visto che continuano a mancare i presupposti.
Segni di cedimento nel M5S
L'elezione di Piero Grasso alla presidenza del Senato è avvenuta anche grazie ad alcuni esponenti del M5S che hanno votato per il candidato del Partito Democratico. Secondo me quegli esponenti del M5S hanno sbagliato, non solo se lo hanno fatto per essersi lasciati in qualche modo comprare (cosa che io non credo), ma anche se lo hanno fatto in buona fede, perché hanno dimostrato di non avere chiaro il compito che chi li ha eletti li ha chiamati a svolgere, un compito che richiede grande compattezza e determinazione, costi quel che costi. Chi viene eletto non può fare ciò che vuole ma deve attenersi al mandato che chi lo ha eletto gli ha conferito. Se l'eletto, per qualsiasi motivo, decide in modo difforme, fosse anche per seguire la propria coscienza, egli in coerenza deve rimettere il proprio mandato agli elettori.
Per risollevarsi l'Italia ha bisogno di riforme radicali, di una ricostruzione profonda che vada a toccare quasi ogni cosa, compresa la Costituzione, che pur se di grande levatura in molti punti, in altri parti rivela il travaglio del periodo storico in cui essa venne formulata, e sono tali punti che impediscono al Paese di guardare avanti e di essere realmente libero, laico e democratico. Ma una azione riformatrice di questa portata può essere intrapresa solo a fronte di un consenso molto ampio, che conferisca a chi governa il potere di fare. Solo mantenendo la propria connotazione di movimento nuovo e radicalmente diverso e distante dalle vecchie forze politiche il M5S può sperare di raggiungere il livello di consenso necessario per operare una tale rivoluzione, ed ogni azione che venga percepita come un cedimento non può che provocare perdita di voti alle (probabilmente imminenti) prossime elezioni, con un danno per il M5S e per il Paese, che vedrebbe ancora una volta sfumare una prospettiva di salvezza rispetto alla situazione sempre più drammatica in cui versa. Molti accusano Beppe Grillo di essere un padre-padrone, e può anche essere che sia così, ma senza le sue posizioni radicali e la sua intransigenza il M5S non esisterebbe e non sarebbe oggi il primo partito del Paese.
Italia ingovernabile ?
Può essere, ma se ingovernabilità vuol dire impedire alla nutrita manica di lazzaroni che ha governato fin'ora di continuare a fare i danni che ha fatto da vari decenni a questa parte, per giunta a suon di lauti stipendi pagati con i soldi nostri, allora ben venga che qualcuno sia in grado almeno di bloccarli. E se poi, oltre che bloccare chi fa danno, il Movimento 5 Stelle riuscisse anche a realizzare anche solo una parte del suo programma, beh, io non la chiamerei "ingovernabilità".
Il declino dell'Italia
Il percorso dell'Italia verso il declino sembra ormai inarrestabile. Le responsabilità del disastro sono numerose e a molti livelli. Una classe politica, dirigente ed imprenditoriale avida e priva di lungimiranza, animata unicamente da una concezione spartitoria del potere, hanno portato il Paese ad un punto che parrebbe di non ritorno, almeno non nel contesto di un sistema basato sul consenso, cioè di un ordinamento democratico. Ma se "chi comanda" ha portato il Paese nel burrone, ciò non assolve quelle larghe fette di società civile che sono state rese corresponsabili del fallimento offrendo loro "droga di Stato" e rendendole dipendenti da essa, con l'elargizione di grandi quantità di denaro non dovuto, di ingiustificati e macroscopici privilegi, di pensioni pressoché ... (leggi tutto)
Democrazia a Cinque Stelle
Con le recenti epurazioni avvenute nel Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, alle quali probabilmente ne seguiranno altre, in tanti accusano Grillo di una gestione dittatoriale del M5s, lamentando la mancanza di democrazia interna nel Movimento. Io credo invece che ... (leggi tutto)