Inverno 2019-2020


Un inverno mai esistito

L'anticiclone dei cento giorni

Ottobre

Il primo mese della stagione fredda vede tempo variabile e il transito di alcune perturbazioni, soprattutto sul finale, quando tra l'altro si registra una sensibile scaldata. Il mese si chiude con precipitazioni leggermente abbondanti e temperature decisamente elevate per il periodo.

Novembre

Novembre 2019 si presenta come spiccatamente perturbato: piove per quasi tutti i giorni, a tratti pesantemente, ed il mese si chiude con accumuli pluviometrici secondi solo all'eccezionale novembre 2014. La seconda decade è la più fredda in assoluto, leggermente sottomedia, e questo favorisce, assieme a precipitazioni copiose, importanti nevicate precoci in Appennino, le uniche veramente di rilievo prima di un inverno drammaticamente siccitoso. Il giorno 17, il monte Penice (1400 mt) è ammantato di 30 cm di neve fresca.

Verso la vetta

Baita nascosta

Gli abeti carichi

Il silenzio della neve

Vista verso la Val Tidone

Bianco, rosa e azzurro

Le ultime luci

Dicembre

Dopo l'eccezionale surplus pluviometrico di novembre, i primi 15 giorni dell'inverno meteorologico trascorrono, tra alti e bassi, con temperature fedeli alla norma e tempo più tranquillo. Il 12, una perturbazione riporta la pioggia, ma all'alba qualche fiocco fradicio riesce a depositare un velo sulle strutture in legno, le più ospitali per gli accumuli nivometrici. La mattina del giorno seguente, grazie a precipitazioni più convinte i fiocchi riescono a fatica ad accumulare un centimetro di neve bagnata sui terreni inzuppati, anche se questa effimera manifestazione di carattere invernale è prontamente cancellata dalla comparsa di un timido sole nel pomeriggio. A seguire, purtroppo, blande correnti miti e umide sudoccidentali attivatesi in risposta ad un ricompattamento del VP addossano nuvolaglia sul nord Italia, e le temperature subiscono un notevolissimo rialzo che culmina durante le festività natalizie, quando ritornano piogge abbondanti ma con quota neve alle stelle. Solo nel finale ritorna un po'di freddo. Il mese si chiude come il più caldo dicembre mai registrato su buona parte d'Italia.

Tramonto sul Grande Fiume

Gennaio

Il 2020 si apre sotto un anticiclone atlantico piegato lungo i paralleli come un pino in balìa di una tempesta. Le temperature si mantengono a tratti freddine soltanto in pianura grazie alla classica inversione termica e alle nebbie, e la minima della stagione, circa -5°C (valore tutt'altro che degno di una minima assoluta di un inverno!!), si raggiunge il 9, quando un nebbione provoca anche un insolito episodio di neve da nebbia. Le uniche precipitazioni sono dovute ad intensi acquazzoni attorno alla metà del mese, eventi decisamente atipici in questo periodo dell'anno. Nei giorni della merla anche la pianura viene conquistata dalle temperature primaverili ed il mese si chiude senza neve a tutte le quote, almeno sul Piacentino.

Neve da nebbia

Febbraio

Come se non bastasse dicembre, anche febbraio 2020 si guadagna prepotentemente il primo posto dell'infelice classifica dei più caldi di sempre. Il VP gira come una trottola trattenendo il freddo alle alte latitudini ed esponendo tutta l'Europa, l'America e la Russia a temperature costantemente elevate. L'unica nota positiva è la rapida espansione della calotta artica (anche se nell'autunno seguente verrà incredibilmente sfiorato il record di minima estensione). Il giorno 11 si superano i 20°C grazie alla prima delle tante tempeste favoniche con raffiche di vento notevoli. Le Alpi vanno avanti solo grazie all'eredità delle abbondanti nevicate di novembre, ed il mese si chiude perfettamente allineato con le medie...di marzo!

Marzo

Con il primo mese di primavera la circolazione si sblocca e ritornano, dopo una infinita latitanza, le precipitazioni e la neve in alta collina. Le temperature si riportano in linea con quanto atteso per il periodo, ma poi, come spesso accade a seguito di inverni troppo stabili, si impenna il rischio di dannose ondate di freddo tardive: con la terza decade, infatti, irrompono due masse d'aria fredda che riportano l'inverno in due distinte fasi, dal 23 al 27 e dal 31 a inizio aprile, con il ritorno di gelate di una certa entità e della neve a bassa quota.

Aprile

Dopo gli ultimi tentennamenti, con ancora qualche alba sottozero a inizio mese, la bella stagione rompe gli indugi e ben presto si assaporano i primi caldi. A fronte di minime ancora un po'sottotono, le massime restano superiori ai +20°C per quasi tutto il mese. Aprile si chiude con precipitazioni molto scarse e decisamente caldo.


Bilancio

Qualcosa è andato storto nella circolazione atmosferica generale. Soltanto marzo, dopo l'inverno più caldo di sempre, riesce a portare a casa temperature normali. L'inverno meteorologico (1 dicembre - 29 febbraio) non si è mai presentato se non in due timide apparizioni con le fioccate di metà dicembre e la neve da nebbia di inizio gennaio, eventi che in una stagione normale non sarebbero stati nemmeno degni di nota. L'Appennino cede la sua veste invernale in dicembre per recuperarla in marzo, quando la circolazione presenta qualche configurazione interessante, ma ormai è tardi, e il freddo marzolino è più un danno che un beneficio.

Inverno dunque inesistente, il peggiore di questa lunga fila che va avanti dalla stagione 2013-2014.

Voto: 3

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