Inverno 2020-2021


Numerose fasi fredde e piovose, eccezionali nevicate in montagna

La stupenda quanto vasta depressione alla base della nevicata del 28 dicembre

Ottobre

Dopo il transito di una perturbazione atlantica, il tempo prosegue mite e soleggiato per circa una settimana. La seconda decade si apre invece con un calo termico, e il mese continua con altre tre perturbazioni e in moderato sottomedia termico, tra nebbie mattutine e piogge consistenti. In questo contesto dinamico e autunnale si imbiancano le vette più alte del crinale appenninico. La temperatura fa fede alla media climatologica, così come le precipitazioni accumulate.

Novembre

Con novembre si sospende la staffetta di perturbazioni che avevano permesso all'autunno di entrare nel vivo. Le montagne restano a secco per tutto il periodo a causa di un robusto anticiclone, mentre in pianura il clima è mantenuto umido da nebbie o nubi basse. Solo con l'inizio della terza decade si assiste ad uno sblocco della circolazione atmosferica: ritorna la neve sopra i 1000 mt, mentre in Val Padana affluisce aria fredda, la quale nei giorni successivi ristagna provocando nebbie, forti brinate e le prime gelate mattutine piuttosto intense per il periodo (-2,6°C il 26). Il mese si chiude con un bilancio idrico fortemente negativo e temperature di circa 1,1°C superiori alla norma. La nebbia compare per ben 14 giorni e si contano 8 minime negative.

Prime forti nebbie e brinate

Dicembre

Il primo mese dell'inverno inizia con un po' di neve bagnata il 2 (2 cm) seguita da abbondanti piogge e tantissima neve in montagna. Poi un timido flusso umido da sud determina una persistente copertura nuvolosa sterile che provoca un rialzo termico che culmina il 22 (+11,8°C), ma da Natale si osserva un brusco cambio della circolazione nuovamente improntato a condizioni spiccatamente perturbate e più fredde, con il ritorno della neve, dapprima coreograficamente, poi in maniera ben più copiosa. Il 28 in 11 ore circa cadono 31 cm di neve con temperatura negativa, poi alcune schiarite provocano intense gelate e ghiacciamento del manto nei giorni a seguire. Il 31 si scende a -9,8, minima assoluta del 2020. Impressionante la permanenza della copertura nuvolosa, che ha occupato il mese per quasi tutta la sua durata. La stagione ha dato il meglio di sè in Appennino fino a quote collinari. Il monte Penice è sommerso da oltre 2 metri di manto, ma le foto che provengono dal Crinale (1600-1700 mt) mettono in luce accumuli ancor più impressionanti. La temperatura media del mese è di +3,59°C, circa +1,4°C dalla norma e con accumuli pluviometrici quadrupli rispetto al normale (230 mm). Si contano 12 gelate (T min <= 0), 9 giornate con nebbia e ben 5 giornate con neve per un totale di 33 cm, valore ragguardevole.

Il nevone

Un mare di neve in una mattina

In tarda mattinata

La stazione meteo

Gennaio

Evidentemente non bastava la neve proprio per Natale: Capodanno si festeggia con 0°C, e al mattino seguente nevica a larghe falde, depositando entro fine giornata altri 5 cm sul manto della abbondante nevicata del 28 dicembre. La prima settimana trascorre tra nebbioni e piogge che dilavano il manto nevoso, prima di una nuova imbiancata il 5 (0,5 cm). La seconda decade inizia, invece, soleggiata e fredda e con forti brinate mattutine, ma dal 12 un'ondata di freddo che coinvolge prevalentemente i Balcani travasa in parte anche in Pianura Padana, prima come tiepido foehn, poi con freddi venti di bora, ed il giorno 18 con un fitto nebbione e una massima di -0,7°C è una giornata di ghiaccio, fenomeno che garantisce la intensa galaverna del giorno seguente. A seguire transita l'ennesima perturbazione, ma a dispetto delle temperature è tutta acqua. Poi l'inverno subisce una pausa, e la temperatura si porta su valori relativamente elevati grazie all'azione di refoli favonici, prima dell'arrivo di un'altra perturbazione che chiude il mese portando l'accumulo totale a 130 mm. Il mese chiude a +0,7°C dalla media, ma ancora una volta per Alpi e Appennino settentrionale si è trattato di un mese freddo e super nevoso. Si contano 5,5 cm di neve, 7 giorni di nebbia e 17 giorni di gelo di cui una giornata di ghiaccio.

I nebbioni di inizio anno

La galaverna del 19

Alcuni scatti reperiti dal web

Un inverno formidabile in montagna

Il Lesima, la neve, il cielo terso

Febbraio

A inizio mese sembra di essere in autunno, con cieli grigi e temperature minime tutt'altro che invernali. Una debole perturbazione porta 20 mm di pioggia, dopodichè sopraggiunge una rapida ma incisiva ondata di freddo che nella notte tra il 12 e il 13 è accompagnata da una mini bufera con vento di bora (1 cm). Il freddo ha però vita breve, e già dal 17 si torna prepotentemente sopra alla media, e l'inverno si chiude sotto un potente anticiclone con temperature massime primaverili (+19,9°C il 25). La massa d'aria continentale sopraggiunta a metà mese non è bastata a controbilanciare le anomalie termiche della prima e della terza decade, e di conseguenza febbraio 2021 risulta uno dei più caldi di sempre (+3,05°C dalla media). Scarse, invece, le precipitazioni, 4 giorni nebbiosi e solamente 6 le gelate.

La debole fioccata di metà mese

Le cascate del Perino gelate

Marzo

A marzo le temperature rientrano su valori normali. Numerose discese di aria fredda dai quadranti settentrionali determinano ventose giornate favoniche terse, piuttosto miti di giorno ma a tratti gelide la notte, specie in condizioni di calma di vento. Dopo metà mese entra un po'di aria fredda da est e, a fronte di massime normali o fresche al più, all'alba si raggiungono temperature rigide tipiche di gennaio (-5°C il 20). La situazione si ribalta sul finale, quando una potente alta pressione porta un anticipo di estate. Il mese si chiude complessivamente nella norma dal punto di vista termico, ma senza precipitazioni. Eccezionale il numero di gelate, 13!

Aprile

Si parte con "aprile...un caldo da morire": nei primi due giorni sembra estate e si superano i +27°C. Ma poi dall'artico arrivano due masse d'aria fredda a ricordarci la versione autentica del detto; la prima, a Pasqua, porta temperature freddine, mentre con la seconda si ritorna in inverno, ed il giorno 8 una disastrosa gelata (-4,7°C) fa cadere tutti i fiori dalle piante. Dal 10 al 13 piove grazie ad una perturbazione atlantica che accumula 50 mm, mentre sul crinale appenninico lo spesso manto ereditato dall'inverno più nevoso degli ultimi anni viene rincarato da nuova neve. Lo shock subito dalle temperature impiega diversi giorni a ripararsi, tanto che per diverse volte ancora si fiorano gli 0°C al mattino. La lenta ripresa dà carburante ai primi temporali di stagione (a tratti di carattere ancora nevoso) sul crinale. Gli ultimi giorni sono più uggiosi a causa dell'approssimarsi di una nuova perturbazione da ovest. Il mese trascorso, che ha saputo conciliare record di caldo e di freddo a breve distanza temporale, si chiude a -1,3°C dalla media e con quasi 60 mm di pioggia.


Bilancio

L'inverno è stato diviso in due parti. La prima, fino a metà gennaio, ha visto il dominio incontrastato dell'Atlantico, con freddo e nevicate record fino a bassa quota e tempo più mite in pianura a causa dei cieli sempre chiusi. La seconda parte si preannunciava ancor più movimentata a seguito dello Strat Warming di gennaio, ma nel concreto tale fenomeno, che solitamente produce ondate di freddo, ha sortito l'effetto opposto, e la dinamicità atmosferica è stata sostituita con il più tedioso dominio dell'alta pressione. La stagione si è invece dilungata notevolmente in marzo e aprile, quando diversi colpi di coda hanno portato rapide ondate di freddo non senza danni all'agricoltura. L'inverno (dicembre-febbraio) si chiude con la "modica" quantità di 380 mm di accumulo e 39,5 cm di neve. Tantissima neve invece alle quote superiori, dove la copertura è resistita intatta per tutta la stagione, e l'accumulo complessivo sulle vette più elevate dell'Appennino è stimato su valori eccezionali, prossimi agli 8-10 metri!

La stagione conclusasi è stata sensibilmente differente rispetto alle precedenti, soprattutto per il tipo di configurazione prevalente e per il maltempo fin troppo spinto. Un inverno da 10 e lode a partire dalle quote medie, ma che in pianura ha un po'deluso, soprattutto nella seconda metà. I giorni con neve sono stati tanti, ma purtroppo in molte occasioni si è osservato solo qualche fiocco o al più neve senza accumulo a causa di temperature al limite. Va riconosciuto, tuttavia, il merito di aver riportato una bella nevicata e temperature molto fredde in un paio di episodi. Nel complesso, si è trattato di un buon inverno, specie poichè ha avuto il merito di interrompere la fila di stagioni infelici che si protraeva da diversi anni, quando anche le montagne si presentavano prevalentemente spoglie. Lungo il crinale, oltre i 1600 mt, la neve ha resistito fino a inizio giugno.

Voto: 7

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