Un proto-clima castellano

Cosa ci dicono i primi 4 anni di dati

Che cos'è una serie storica

Secondo l'Organizzazione Mondiale di Meteorologia (OMM), il clima è per definizione un periodo di almeno 30 anni. Una serie storica di una stazione di rilevamento, dunque, è rappresentativa di un microclima solo se ha almeno questa lunghezza. La mia umile stazione meteorologica, operativa dal vicino ottobre 2020, è al momento ben lontana dal soddisfare questo requisito, tuttavia può essere comunque interessante analizzarne i dati, poichè essi possono fornirci quantomeno parziali indicazioni sul clima della zona.

Temperature

Idealmente, l'andamento delle temperature nel corso dell'anno dovrebbe riflettere (con un po' di ritardo) il variare della durata del dì. Dalle stazioni più datate, quindi, emerge un profilo a gaussiana, con il minimo in corrispondenza di gennaio ed il massimo in luglio, mentre le massime pendenze occorrerebbero nei periodi primaverili e autunnali. In soli 4 anni, tuttavia, le anomalie stagionali assumono un peso non indifferente, finendo per fiaccare l'armonia della curva termica. Emerge così uno stacco più pronunciato fra gennaio e febbraio che non tra febbraio e marzo, che si spiega con le ricorrenti anomalie positive che negli ultimi anni hanno interessato l'ultimo mese invernale. Aprile, invece, sovente interessato da circolazioni fredde tardive, arranca dietro a maggio e soprattutto a giugno, quest'ultimo dominato ormai sempre più dall'alta pressione subtropicale africana. Anche ottobre, dal canto suo, sperimenta sempre più ingerenze anticicloniche subtropicali nella prima metà del mese, superando quasi regolarmente la soglia dei 15°C.

clima val tidone - temperature medie mensili
Temperature medie mensili novembre 2020 - ottobre 2024

Passiamo ora al grafico relativo ai record giornalieri: in questo plot sono presenti, per ciascuna data, la temperatura massima e minima mai registrate. Supponendo che nella serie storica avessimo soltanto 2 anni, se il 14 aprile 2021 abbiamo registrato una minima di +0,3°C e il 14 aprile 2022 una di +2,2°C, il record per il 14 aprile spetta al 2021. Stessa cosa si fa per la massima di quella giornata, selezionando per confronto fra i vari anni quella più calda. E così via per tutti i 365 giorni dell'anno. Orbene, generalmente le serie di lungo periodo, come quella alberoniana, presentano una forbice molto più aperta nei mesi freddi, che poi va via via stringendosi in quelli caldi. Se, per esempio, per una qualunque data di luglio è probabile trovare un estremo minimo a +10°C e uno massimo a +35°C (circa 25°C di delta), per un giorno di gennaio non sarà difficile trovare un estremo minimo di -15°C corrisposto da uno massimo di +20°C (35°C di delta!). Questo nella mia recente serie non si vede perchè, come spiegato in un altro articolo, l'aumento delle temperature medie invernali ha provocato una significativa riduzione della variabilità termica stagionale. Si nota comunque una discreta ampiezza nei mesi primaverili, mentre un'escursione meno marcata interessa quelli autunnali, probabilmente come risultato del quadro igrometrico che esamineremo più avanti.

clima val tidone - records di temperatura giornaliera
Records giornalieri di temperatura

Precipitazioni

Anche il quadro termico presenta notevoli differenze fra un mese e l'altro, sintomo di una serie troppo corta. Anche i massimi precipitativi sono leggermente sbilanciati in avanti, cadendo in maggio e dicembre, piuttosto che in aprile e novembre. Sono comunque sufficientemente rappresentativi di un andamento bimodale, ovverosia caratterizzato da due picchi, uno in primavera ed uno in tardo autunno-inverno, e due minimi, uno in febbraio e l'altro a cavallo del trimestre estivo.

clima val tidone - precipitazioni
Precipitazioni medie mensili

Pressione

La pressione si mantiene pressochè costante durante l'arco dell'anno, con valori leggermenti più alti in inverno e poco più bassi in estate, a causa principalmente delle variazioni di densità dell'aria al suolo dovute alla conformazione padana che favorisce le inversioni termiche in inverno, creando un piccolo anticiclone. Ma le variazioni sono poco apprezzabili, ragion per cui ho preferito concentrarmi sul grafico degli estremi. Questo mette in luce un andamento che definirei a "clessidra coricata", con ampiezza maggiore nei mesi invernali e decisamente più contenuta in quelli estivi. Questo è devuto principlamente a due fattori: temperatura e circolazione generale. Le fasi anticicloniche invernali, a differenza di quelle estive, producono inversioni termiche al suolo, ma l'aria più fredda è anche più densa e quindi i valori di pressione possono risultare più elevati. Inoltre sono possibili avvezioni continentali, dove masse d'aria pellicolari presentano una densità molto maggiore in prossimità del suolo. Al contrario, d'estate non solo l'aria portata dalla circolazione dominante è più calda e umida e quindi meno densa, ma a questo va aggiunto l'effetto di subsidenza delle masse in Val Padana, che subiscono un notevole riscaldamento in prossimità del suolo, alleggerendosi notevolmente. Anche in presenza di anticicloni molto potensti alla quota di 500 hPa, di conseguenza, non sarà possibile raggiungere elevate pressioni al suolo. D'altro canto, l'estate è però anche quella stagione caratterizzata da un flusso perturbato debole e molto alto, con transito molto raro di depressioni in sede mediterranea. Questo, invece, può avvenire d'inverno, allorquando profondi vortici di bassa pressione possono causare dei sensibili tracolli barici. Aggiungiamoci che, nel periodo freddo, la tropopausa è mediamente più bassa, sempre per il discorso legato alla densità dell'aria, e questo costringe le masse a muoversi a più bassa quota, finendo per risentire molto di più dell'orografia. L'imponente barriera alpina acquista pertanto molto più valore durante l'inverno, rallentando il travaso e permettendo la creazione di differenze di pressione maggiori fra i due versanti della catena. Se la massa finisce per scavalcare l'arco Alpino, considerato uno spazio più limitato tra il top della troposfera ed il crinale alpino, si avranno velocità del vento maggiori. Questo per effetto Venturi, con conseguenti valori di pressione ulteriormente più bassi. Date queste condizioni, non è difficile scendere anche al di sotto dei 990 hPa, come avvenuto in diverse occasioni.

clima val tidone - records pressione
Records di pressione giornaliera

Vento

Il regime eolico mostra anch'esso un andamento bimodale: il massimo principale si ha tra aprile e maggio, quando la velocità media raggiunge i 4,79 km/h su base mensile (aprile). L'aumento di radiazione e i frequenti fronti freddi sono la probabile causa di ciò. Dopo un momentaneo calo in giugno, a luglio si incontra un nuovo massimo secondario (4,44 km/h), dovuto principalmente all'aria calda (più leggera) e ai forti temporali che talvolta si organizzano in dei veri e propri sistemi in grado di generare forti raffiche. Ironia della sorte, tutti e tre i mesi estivi annoverano una raffica record identica di 75,6 km/h. Gli estremi della raffica ci rivelano che non sono mai esistiti giorni con ventilazione completamente assente, quantomeno negli ultimi 4 anni, e nemmeno giorni con raffica inferiore a 5 km/h. A dispetto del fatto che le raffiche più intense si trovino quasi tutte nei mesi estivi, mediamente riscontriamo una maggiore densità di picchi ancora una volta nel periodo tardo invernale-primaverile, circa da febbraio ad aprile. Questo fenomeno si può spiegare con il grafico relativo agli estremi di velocità media su base giornaliera: i picchi più elevati, con velocità medie giornaliere fino a 15 km/h, si riscontrano tutti fra i medesimi mesi, tra febbraio e aprile, mentre con l'avvio della stagione calda si assiste ad un significativo ridimensionamento. Il confronto fra questi ultimi due grafici ci permette di capire, quindi, che mentre le raffiche primaverili sono effettivamente inserite in un contesto eolico vivace, quelle estive sono isolate e rappresentative per tanto di brevi folate inserite in giornate perlopiù tranquille. Dunque, mentre le raffiche primaverili sono prodotte direttamente dagli impianti circolatori che dominano il quadro atmosferico, quelle estive sono da imputare a fugaci fenomeni a microscala, ovvero i temporali, che sono in grado di provocare raffiche notevoli ma che riguardano una breve parentesi nell'arco della giornata, finendo per avere uno scarso peso sul bilancio eolico complessivo.

clima val tidone - vento cumulativo
Vento cumulativo medio mensile
clima val tidone - vento medio
Records di vento medio giornaliero
clima val tidone - raffiche
Records di raffica giornaliera

Per quanto concerne la direzione di provenienza, vale la pena di concentrarsi su due parametri: la frequenza di ogni direzione e l'intensità lungo ogni direzione. Prendiamo come esempio il SSW, ovvero la nostra locale brezza di monte notturna. Dal grafico (blu) dell'intensità, quasi appare inesistente e nemmeno lontanamente confrontabile con le direzioni E e WNW. Questo poichè, in quanto brezza locale dovuta al ciclo diurno, spira a debole intensità, restando sempre entro i 10 km/h. Tuttavia domina per almeno 5/6 ore a notte, una costanza senz'altro notevole e che va perciò in qualche modo messa in evidenza. Da qui l'idea di affiancarvi il dato della frequenza. Quasi all'antipodo, circa N, troviamo la brezza diurna di valle, la cui comparsa però diventa una costante soltanto nei mesi estivi, ragion per cui risulta di importanza secondaria. Ai vertici della leadership eolica, rigorosamente opposti quasi a volersi contendere la banderuola, troviamo E e WNW. Questa non è che la più importante evidenza della direttrice lungo cui si sviluppa la Val Padana (ovest-est), che nel riscontro locale appare leggermente curvata per via del non trascurabile ostacolo orografico dell'Oltrepò pavese, che devia il naturale flusso da ovest facendogli assumere una componente leggermente più settentrionale.

clima val tidone - direzione del vento
Direzioni prevalenti del vento per frequenza e intensità

Umidità

L'andamento del profilo igrometrico è il risultato di vento e precipitazioni: il primo rimescola l'aria nei bassi strati, asciugando gli ultimi metri di colonna e la superficie del suolo, mentre le piogge al contrario favoriscono l'umidificazione anche grazie all'azione bloccante delle nubi nei confronti della radiazione solare. Il profilo è comunque in prevalenza influenzato dall'eliofania annuale, con il minimo a ridosso del periodo estivo, quando i valori medi di umidità rasentano il 60%, ed il massimo durante il periodo tra novembre e gennaio, allorchè si può sfiorare o superare il 90% come media. Il ruolo delle precipitazioni è evidente soprattutto durante maggio, quando si incontra un isolato massimo relativo attestato poco sopra al 70%.

clima val tidone - umidità
Umidità media mensile

Dal grafico degli estremi, relativo all'umidità, si nota come i massimi restino sostanzialmente invariati nel corso dell'anno, con una lieve flessione durante il trimestre caldo che spiega la concomitante scomparsa delle nebbie notturne. La curva dei record di minima, invece, fa luce su un andamento ancora una volta interessante e che si spiega osservando le altre grandezze misurate: l'ampia forbice durante il periodo primaverile va a braccetto con la maggiore escursione termica vista nei grafici precedenti, così come i più bassi valori di umidità minima corrispondono anche alla maggiore ventilazione. I picchi più pronunciati, prossimi o inferiori al 20% di umidità relativa, si concentrano tutti tra febbraio e aprile, che, oltre a essere il periodo più ventoso dell'anno, è anche quello caratterizzato dalla quasi totalità delle irruzioni di Foehn. Anche le precipitazioni lasciano la loro traccia sul parametro igrometrico: l'autunno, caratterizzato in prevalenza da fronti calde e quindi da piogge deboli e prolungate, assiste a una copertura nuvolosa maggiore, una minore ventilazione (anche a causa della minor radiazione solare) e quindi a valori di umidità minima che restano piuttosto elevati rispetto al resto dell'anno.

clima val tidone - records umidità
Records di umidità giornaliera
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