DICEMBRE 2024

Freddo e secco

1-10: I primi passi dell'inverno

Grazie a reiterati afflussi di aria fredda da est, durante i primi giorni si registrano numerose gelate. Il raffreddamento dei bassi strati è comunque principalmente di tipo radiativo, difatti anche l'ultimo di questi impulsi si rivela incapace di portare un significativo abbassamento dello zero termico, e di preparare il terreno per la successiva perturbazione. Quest'ultima, nata da un piccolo strappo (cut-off) nell'ondulazione europea della corrente a getto, fa il suo ingresso sul mediterraneo nella serata di sabato 7 dicembre. Si genera così un piccolo minimo tirrenico che fugge via veloce verso est: come anticipato, il quadro termico era poco favorevole alla neve in pianura, tuttavia la nuvolosità sopraggiunta puntualmente dopo una notte rigida e un discreto richiamo dell'aria fredda presente oltrealpe hanno aggiustato la colonna prima dell'arrivo delle precipitazioni, le quali hanno solo dovuto completare l'opera, favorendo un ulteriore abbassamento dello ZT per sottrazione di calore latente di evaporazione all'aria. Dalla pioggia si è passati così alla neve, tuttavia, eccezion fatta per una fase intensa di neve a larghe falde fra le 22.30 e le 00.30 di domenica, i fiocchi sono rimasti confinati allo sbocco della Val Tidone, perdendo gradualmente terreno fra la notte e il mattino a causa di un insidioso richiamo di basso livello da NE. Nei giorni successivi la quota neve si alza rapidamente, attestandosi a quote di montagna, mentre continua a nevicare abbondatemente sulle colline del parmense. Gli accumuli raggiungono altezze interessanti anche sul nostro Appennino, raggiungendo i 50 cm sul monte Penice, a quota 1450 m, dove, grazie a temperature negative, le antenne RAI vengono rivestite dalla calabrosa.

11-26: Veloci impulsi da NW e tanta variabilità

La rapida traslazione di fase della MJO comporta una riorganizzazione delle onde di Rossby, con una fase di variabilità contraddistinta dall'alternanza di veloci impulsi dal nord Atlantico e temporanee rimonte altopressorie. Tra il 13 e il 14 si verifica una nuova debole nevicata fino a quote collinari, mentre nei giorni seguenti l'anticiclone riporta il sole ma anche le gelate notturne. Sul finire della seconda decade dicembrina, il passaggio della MJO in fase 6 favorisce un asse di saccatura tra la Francia e l'Italia, che, associato ad una NAO positiva, produce all'atto pratico un'onda ciclonica centrata sull'Italia. Si genera così un primo affondo artico che porta qualche nevicata lungo la dorsale appenninica travasando aria fredda, che al nord-ovest si presenta con raffiche di foehn. La persistenza della MJO in fase 6 fino a Natale spiegherebbe la reiterazione della saccatura tramite un nuovo affondo, seguito da aria molto fredda, che, il 23 dicembre, irrompe dalle Alpi con nuove raffiche di foehn, scavando successivamente un piccolo ciclone sul mar Adriatico che causa notevoli nevicate lungo tutta la dorsale appenninica del centro Italia. Il nord-ovest finisce nuovamente sottovento, con forti raffiche favoniche, cielo terso, visibilità ottima e tassi di umidità molto contenuti. La sera della Vigilia, tuttavia, il vento si placa, e la temperatura scende così sottozero. Una temporanea tensione del getto riporta l'anticiclone negli ultimi giorni dell'anno, ma in pianura persistono condizioni molto fredde soprattutto di notte, con gelate importanti.

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