Il temporale del 6 agosto 2022

Analisi e dettagli dell'evento

Premessa

Gli eccessi termici dell'estate 2022 hanno favorito l'accumulo di maggiore energia nell'atmosfera, elemento che si è tradotto in moti convettivi più intensi, i quali hanno favorito lo sviluppo di strutture temporalesche particolarmente importanti in termini di estensione, altezza ed intensità. Dei veri e propri "cluster" (dall'inglese "grappoli") temporaleschi hanno preso forma durante le infiltrazioni di aria leggermente più fresca in quota, ad opera di correnti settentrionali. Gli effetti principali che si osservano in queste condizioni sono forti raffiche di vento, fulminazioni, allagamenti e grandinate.

Temperatura (a 850 hPa) e pressione

Altitudine dello zero termico

Dinamica

Agosto ha esordito con una forte ondata di caldo che ha riguardato tutta l'Italia, culminando nella giornata di venerdì 5 agosto, quando, per effetto della compressione e della subsidenza causate dall'anticiclone subtropicale africano, lo zero termico si è innalzato al di sopra dei 4000 metri e l'isoterma di +24°C alla quota isobarica di 850 hPa (circa 1300 mt) si è addossata all'arco delle Alpi. Tuttavia, durante la sera del 6 agosto, l'approssimarsi di un cavo d'onda del getto subpolare ha provocato un'infiltrazione più fredda e secca che ha mandato in subbuglio l'atmosfera caldo-umida che spadroneggiava al nord. Innescati da questi refoli freschi in quota, sono maturati diversi focolai temporaleschi più o meno organizzati, i quali però si sono distinti per una particolare stazionarietà. I più attivi si sono innescati dopo le 19.00 lungo la fascia collinare tra pavese e piacentino, dando vita grazie alle correnti in uscita dai cumulonembi ad altri temporali, fino a dar vita ad un corposo cluster che per diverse ore ha stazionato sulla nostra provincia.

La sequenza qui mostrata, estratta dal radar del Centro Meteorologico Lombardo mostra l'evoluzione dei fenomeni dalle ore 19.45 alle 22.40 di sabato 6 agosto (uno scatto ogni 5 minuti). Si può cogliere la curiosa stazionarietà dell'impianto temporalesco, le cui correnti di outflow alimentano nuovi moti convettivi responsabili a loro volta della genesi di altri temporali ai margini della struttura principale. Una volta raggiunta la completa maturazione, e, quindi, il massimo sviluppo verticale, la nube ha agganciato i venti in quota ed ha incominciato a muovere verso sud-est. Tale momento è deducibile dallo sviluppo della cosiddetta "incudine" temporalesca (connotata da quella traccia allungata di precipitazioni deboli), ovverosia una nube larga e piatta posta sulla sommità del cumulonembo, dovuta ad uno strato d'aria in quota, detto "tropopausa", che presenta un gradiente termico verticale di tipo inversionale, il quale arresta i moti convettivi. Questi, come se si fossero schiatati contro un soffitto si espandono orizzontalmente per molti chilometri  disegnando questa nube piatta. Normalmente, le strutture temporalesche così intense ma lente nel loro spostamento tendono ad autoannichilirsi poichè i moti ascensionali che le alimentano vengono smorzati dalla corrente contraria prodotta dalla massa delle precipitazioni. Tuttavia, il diverso orientamento dei vento alle varie quote (il noto "windshear" verticale) ha disallineato i vari piani della nuvola, spostando la verticale delle precipitazioni rispetto a quella dei moti convettivi, e permettendo così alle correnti di downdraft e a quelle di updraft di non intralciarsi, rendendo la struttura autorigenerante.

Il differente orientamento del vento alle varie quote è desumibile anche dal movimento delle varie parti che compongono la nube: il cluster di cumulonembi si muove verso sud-est poichè, essendo situato alle quote di medio-alta troposfera, traccia lo spostamento dell'aria fredda in ingresso da nord-ovest; l'incudine è invece posta in tropopausa, a 10 chilometri di altezza, ovvero dove scorre la corrente a getto, dunque ricalca il movimento da sud-ovest verso nord-est del ramo ascendente (di latitudine) di questa corrente, la quale disegna la debole saccatura che racchiude l'aria più fredda che ha dato il via a questa accesa fenomenologia.

Esempi di incudini temporalesche

Dal radiosondaggio delle 12 del 6 agosto si nota la disposizione delle correnti alle varie quote: tra 2000 e 6000 metri i venti sono da WNW, mentre tra i 6000 e i 12000 metri si orientano da SW, disponendosi lungo il percorso disegnato dalla corrente a getto. Emerge inoltre dalla curva di stato come il riscaldamento radiativo sia fortissimo, azzerando di fatto lo strato di inibizione della convezione (CINH), mentre tra le quote isobariche di 700 e 250 hPa si può osservare come l'ingresso di aria più fresca abbia creato un gradiente maggiore di quello della adiabatica satura, con conseguente sviluppo di una notevole Convective Available Potential Energy.

Effetti e rilevazioni

A causa dell'elevata energia in gioco e delle complesse dinamiche che accompagnano l'evoluzione di questi eventi, i loro effetti possono talora rivelarsi distruttivi. Fortunatamente, non è stato questo il caso, sebbene qualche locale disagio legato all'intensità delle precipitazioni e al vento ci sia stato. La forte attività eolica è proprio una caratteristica di spicco dei cluster, poichè gli outflow di ogni singola cella si sommano, producendo raffiche di vento molto significative. L'approssimarsi di una prima cella in pieno sviluppo a qualche chilometro a nord-ovest della città ha determinato dalle ore 20.25 raffiche improvvise da quella direzione (nel grafico è rappresentata la media del vento ogni 5 minuti, ma la raffica istantanea ha toccato i 76 km/h), nonché un tasso pluviometrico massimo di 141 mm/h che ha comportato 4 mm di accumulo in un paio di  minuti, dopodichè tale cella si è accorpata ad un organizzato cluster che ha portato a nuovi picchi minori sia di ventilazione sia di intensità delle precipitazioni, per poi scemare gradualmente dalle ore 21.15. In questa seconda fase i venti si sono orientati in senso opposto, tra sud ed est, poichè il cluster ha preso forma ed ha proseguito la propria evoluzione a sud-est rispetto a questo punto di rilevamento. La temperatura, grazie alle forti precipitazioni che, come già ampiamente ribadito, sono responsabili del trascinamento dell'aria fredda verso il suolo, è crollata dai 33°C delle 20.20 ai 23°C delle 20:50. La grandine non si è presentata, se non in forma esigua e molto localizzata, ma il perdurare di rovesci intensi ha permesso di raggiungere i 35,6 mm di accumulo, facendo di questo episodio l'evento pluviometrico più importante da inizio anno. I fenomeni si sono attenuati soltanto in tarda sera, per poi scemare completamente entro le 22.00, di pari passo con l'allontanamento del cluster verso l'Appennino.

Ecco una rappresentazione esaustiva delle dinamiche interne ad un cumulonembo, ad opera di R.M.A.

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