NOVEMBRE 2023
Favonio frequente e tanta dinamicità
1-10: Temperature tipiche di inizio mese e precipitazioni frequenti
Durante la prima cinquina piove quasi continuativamente, in maniera perlopiù debole, eccezion fatta per il 3, quando nella notte si verifica un breve rovescio a sfondo temporalesco. Tra il 2 e il 3 novembre arriva anche la prima imbiancata delle vette appenniniche più alte, generalmente al di sopra dei 1500 mt, prontamente rimossa nei giorni successivi. La sera di domenica 5 il cielo si tinge debolmente di rosso verso nord, grazie ad un particolarmente intenso fenomeno di SAR (un fenomeno cui genesi ed effetti sono pressochè analoghi a quelli di un'aurora boreale). Nei giorni successivi si presentano maggiori rasserenamenti, grazie ai quali le minime perdono qualche grado e si forma un po' di nebbia all'alba del 7 e del 9, e proprio in quest'ultima giornata ritorna la pioggia nel pomeriggio per altri 8,9 mm. La prima decade chiude quindi piovosa, con 51,3 mm.
11-20: Tempo bello con le prime brinate, ma massime miti grazie al Favonio
L'ultima perturbazione chiude definitivamente la breve ma intensa stagione autunnale delle piogge 2023, facendo affluire al suo seguito aria un po' più fredda, che però in Pianura Padana dà luogo a venti di caduta da ovest il giorno 11, con aria mite e secca, ma la successiva calma di vento e la conseguente sedimentazione portano a giornate più fresche e alla prima debole brinata nelle campagne la mattina del 13 (+2,4°C). A seguire, il Getto Subpolare si dispone da NW, pilotando numerosi fronti in successione allo stato di semi-onda, sinottica responsabile di ripetuti eventi favonici (dei quali alcuni di Foehn alpino), come il 15 ed il 17, quando le massime raggiungono rispettivamente i +20,5°C e i +18,6°C. A seguire si ripropone una parentesi anticiclonica, la quale favorisce il ritorno delle nebbie lungo il Po e delle brinate sempre più diffuse (+0,8°C il 19). Così, con molta gradualità, continua la lunga discesa dei valori termici, che quantomeno di notte cominciano ad assumere connotati invernali, mentre di giorno si mantengono miti e primaverili. Gli alberi, seppure con un mese di ritardo, iniziano finalmente a tingersi di rosso, come testimoniato dalle foto sottostanti. Sul finire della seconda decade (11-20 novembre) il cielo si chiude di nuovo, quasi a voler preludere una più concreta svolta verso l'inverno, che arriverà nel corso dell'ultima decina dell'autunno.
21-30: Circolazione invernale, a tratti molto fredda su parte d'Europa
La prima decade osserva la formazione di un vasto e intenso anticiclone delle Azzorre, dovuto all'amplificazione delle onde di Rossby in uscita dal Canada, a loro volta prodotte da un El Niño strong e da una MJO in transito dall'Africa all'oceano indiano, come ben spiegato in questo articolo a cura del meteorologo Francesco Nucera. Questo ha permesso l'inserimento di aria più fredda da est, con le prime diffuse gelate in Pianura Padana. L'amplificazione di queste onde ha prodotto un allungamento del suddetto anticiclone verso nord, ed una conseguente ricaduta del getto sull'Europa, dove si è dislocato in maniera semistazionaria un lobo del VP, responsabile di una forte ondata di gelo sulla Scandinavia e sui Balcani, con interessamento parziale anche delle regioni Adriatiche, dove la neve si è presentata a quote collinari il 25 del mese, mentre il nord è stato spazzato da un violento Favonio alpino, con raffiche che in loco hanno toccato i 53 km/h. Nonostante il vento caldo e secco, valori di dewpoint prossimi a -10°C (temperatura di condensazione della massa d'aria) riprovano la natura molto fredda di questa. Ed infatti nelle notti seguenti si raggiungono valori fino a -5°C nelle valli riparate o nelle buche. Il 28 si concretizza l'ennesimo evento favonico di questo mese, e dopo una massima di +13,9°C all'alba del 29 si toccano i -3,2°C. Compatibilmente con uno scenario da NAO negativa, la regressione artica sfocia a poco a poco in Atlantico, isolando la cella anticiclonica sulla Groenlandia e facendo ripartire il flusso di perturbazioni atlantiche da latitudini molto meridionali, agganciando un'area depressionaria con associato richiamo mite prefrontale. L'epilogo del mese risulta così nevoso fino a quote di bassa collina su tutto il nord-ovest, con fiocchi a tratti anche in pianura, prima che i forti venti libecciali in quota inseriscano a 2000 mt una lama di aria calda a sancire la fine delle possibilità nevose.
Bilancio
La prima parte di novembre 2023 ha ereditato la circolazione depressionaria atlantica impostatasi nella seconda metà del mese precedente grazie ad un riassorbimento della negatività della NAO (valori troppo negativi di questo indice in autunno sono sintomo di pressioni troppo basse sull'Atlantico meridionale, talora con conseguenti rimonte subtropicali sull'Europa, come avvenuto nell'ottobre 2022 e nella prima parte di ottobre 2023). In questa fase perturbata ha fatto un fugace esordio anche la neve sulle vette appenniniche, dopodichè la stagione delle piogge si è chiusa entro la prima decade (51,3 mm). La seconda decade ha visto invece la rapida successione di cavetti d'onda, con frequenti giornate ventose per il Foehn e temperature massime elevate, mentre le minime hanno beneficiato della più agevole dissipazione di calore notturna dovuta ai cieli limpidi. Durante la terza decade, infine, due ondate di freddo pilotate da altrettante pronunciate ondulazioni della Jet-stream hanno introdotto aria fredda dapprima sul comparto scandinavo, dove si sono raggiunti i -35°C (per il periodo si sono registrati record di freddo diffusi in quell'area) ed infine sul Mediterraneo centrale. La massa d'aria fredda si è infine riversata in Atlantico, dove ha interagito con le masse d'aria oceaniche addossate al muro anticiclonico, tagliando la base di quest'ultimo e riattivando il trasporto di masse più miti da WSW, responsabili di un epilogo nevoso fino a quote basse, quantomeno fino a che il cuscinetto di aria fredda ha retto alle quote superiori. Il mese, dunque, chiude con +8,29°C (+1,19°C dalla media storica), ma occorre specificare che l'anomalia è stata esclusivamente a carico delle temperature massime, molto miti a causa dei numerosi episodi favonici (o di Foehn alpino in senso stretto). Le precipitazioni sono state relativamente poco abbondanti, ed ammontano a 64,8 mm distribuiti su 7 giorni di pioggia. La nebbia si è presentata solo in 4 occasioni, mentre si conta addirittura un temporale tardivo, e un totale di 5 gelate. A riprova della marcata escursione termica giornaliera che ha caratterizzato questo mese, l'estremo massimo, registrato il 15, è di ben +20,5°C, mentre la minima, registrata il 29, è di -3,2°C, un valore particolarmente rigido per la stagione.
Temperature medie (°C) | Prp (mm) | ||
+3,52 | +13,64 | +8,29 | 64,8 |
Commento sull'autunno meteorologico 2023 (1 settembre 2023 - 30 novembre 2023)
Gran parte dell'anomalia termica del 2023 si è consumata nel trimestre agosto-ottobre, quando le fasi anticicloniche di blocco hanno prevalso, con asse degli anticicloni da SW centrato sull'Italia e quindi massimo trasporto di aria subtropicale e massima compressione adiabatica. In particolare, si è osservata una reiterazione particolarmente insistente della falla depressionaria sull'Atlantico tropicale, che come conseguenza ci espone al ramo ascendente della corrente a getto, e, purtroppo, anche all'ingombrate presenza dell'anticiclone africano. Questa configurazione barica bloccata e reiterata ha prodotto l'eccezionale periodo caldo che dalla metà di agosto si è protratto, con poche interruzioni, fino alla metà di ottobre, quando finalmente la situazione si è sbloccata in maniera definitiva. Di conseguenza, i primi 2 mesi di autunno sono trascorsi con anomalie rispettive di +2,64°C e +3,73°C, delle quali quest'ultima si tratta probabilmente della più forte anomalia mai registrata su base mensili in tempi recenti e conferisce a ottobre 2023 il triste primato di ottobre più caldo di sempre. Quest'anomalia assume connotati ancora peggiori se si pensa che è stata accumulata tutta nella prima metà del mese, che ha quindi chiuso a circa +6/+7°C dalla media. Successivamente, dal 15 ottobre al 10 novembre, si è concentrata la stagione delle perturbazioni atlantiche, con piogge abbondanti e una cumulata complessiva di 165,1 mm nel periodo in esame. Ha fatto seguito una fase di segno opposto, sia a livello barico che termico, con l'Europa cha ha sperimentato anomalie fredde sempre maggiori (a tratti da record). Il nord-ovest italiano, però, non ha risentito altrettanto di questa circolazione invernale a causa di correnti orientate in modo sfavorevole che ci hanno lasciati sottovento rispetto all'arco alpino, e solo sul finire del mese una maggiore sedimentazione dell'aria fredda ha dato luogo ad anomalie debolmente negative. Ricapitolando, la stagione autunnale di quest'anno chiude con una temperatura media di +15,44°C (+2,60°C di anomalia stagionale) e 193,6 mm di pioggia accumulata, estremi termici di +32,2°C (l'11 settembre e l'8 ottobre) e -3,2°C (il 29 novembre), 18 giornate di pioggia (accumulo >= 1 mm), 5 gelate e solo 7 giorni con nebbia. Archiviamo quindi l'ennesima stagione calda e secca, con nuovi record eccezionali sia su base mensile che giornaliera (meritano una menzione le tre massime over +30°C di ottobre), sia locali che globali. Il 17 novembre abbiamo infatti superato per la prima volta i +2°C di anomalia planetaria. È doveroso comunque sottolineare che ciò è in parte frutto di un evento di El niño strong.
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