MARZO 2024

Precipitazioni molto significative

1-10: Piogge molto abbondanti con esondazione dei corsi minori

L'ennesimo forte rallentamento delle velocità; zonali di questa stagione fredda, questa volta con intensità; maggiore dei precedenti, ha impattato in maniera significativa sulla stabilità; del VP, tanto da causarne uno spostamento completo dalla sua consueta sede. Questo sbilanciamento si è; ripercosso tramite un significativo abbassamento di latitudine del canale delle perturbazioni atlantiche, forse per merito anche di una ripresa di segnale della MJO in fase 3. Il risultato è stata l'apertura di una fase intensamente perturbata, con frequenti episodi di maltempo e precipitazioni abbondanti. Nella prima decade sono caduti ben 133,7 mm di pioggia, con svariate nevicate sulle cime del nostro Appennino, ma soprattutto sulle Alpi, al termine di una stagione avara di neve. Mentre il Po resta entro i livelli di sicurezza, il 10 marzo, giorno del superamento dei 300 millimetri da inizio anno, quasi tutti i suoi affluenti su territorio provinciale raggiungono la soglia arancione: il Tidone si gonfia occupando tutto il suo greto, mentre a Castel San Giovanni il rio Carona, normalmente poco più; grande di un fosso, esce dal suo alveo invadendo i vicini campi, pur senza disagi.


La Carona nuovamente in piena

10 marzo, all'orlo

10 marzo pomeriggio, esondazione

Oltre 40 m di larghezza

Campi allagati

Sembra un fiume

11-25: Un po' di stabilità e primi tepori

La seconda decade del mese, invece, trascorre stabile e con temperature decisamente superiori alle medie stagionali: questo a causa sia di isoterme in quota piuttosto miti sia di cieli spesso sereni o parzialmente nuvolosi. Stante anche l'elevata umidità relativa, quando si raggiungono le condizioni notturne ideali ad una rapida discesa del termometro, ecco che l'aria giunge a condensazione e il raffreddamento cessa. Ne risultano, così, minime raramente al di sotto dei +5°C (riferimento storico circa +2°C) e massime sovente sopra ai +15°C, con albe spesso nebbiose. In questa fase, vengono raggiunti primi +20°C il 16 di marzo. Con il passaggio di consegne alla terza decade, la stabilità dell'anticiclone inizia a vacillare: i primi sintomi del nuovo cambio di circolazione sono costituiti da tiepidi venti di foehn alpino che spazzano l'area padana tra il 23 e il 24 del mese, regalando gli ultimi giorni di sole ed introducendo in quota aria più fredda che permette una diminuzione delle temperature piuttosto corposa nella notte di lunedì 25, quando il termometro sfiora gli 0°C, fermandosi a +0,3°C. Per poco non si registra l'unica potenziale gelata di un mese molto mite. Gli ultimi giorni, infatti, pur in un contesto nuovamente più freddo osservano un fisiologico aumento dei valori minimi a causa della nuvolosità portata da varie perturbazioni, a loro volta legate ad un massiccio affondo di aria fredda al largo del Portogallo, con annessa circolazione depressionaria centrata sulla penisola iberica.


Collaudo Diga del Molato: 8,06 milioni di metri cubi

26-31: Nuova fase di maltempo e calo termico

Come anticipato nel precedente paragrafo, tale manovra ha permesso il ritorno in serie di numerose perturbazioni, le quali hanno rinnovato condizioni di maltempo sulle regioni nord-occidentali e tirreniche, lasciando in balìa di secchi venti di caduta tutto il versante appenninico nord-orientale, dal bolognese fino alla Puglia. Questo binomio ha da un lato ridimensionato l'importante anomalia sulle regioni di nord-ovest, dall'altro ha ulteriormente fatto segnare valori di temperatura anomali sulle restanti regioni, complici anche le masse d'aria molto miti richiamate dalla circolazione depressionaria. Gli accumuli qui registrati in quest'ultima fase perturbata sono notevoli, ammontando a ben 41,3 mm, distribuiti su 6 giorni di precipitazioni. La neve è tornata a fasi alterne sul nostro Appennino, ma le temperature dolci non hanno permesso di conservarla.


Alta Val Nure - Ferriere

Bilancio

Dopo le anomalie positive di gennaio e febbraio, anche marzo chiude con temperature medie significativamente superiori alle medie del periodo. La nota positiva è che prosegue il trend piovoso iniziato con il nuovo anno, che sta mettendo una pezza alle lacune dei 3 anni precedenti. Al 31 marzo 2024, con 347,3 mm dal 1 gennaio, si riscontra il medesimo accumulo che nei 2021, 2022 e 2023 si erano raggiunti rispettivamente il 26 settembre, il 22 novembre e il 20 settembre. Le precipitazioni mensili ammontano a 175 mm, mentre la temperatura media di +10,43°C fa segnare un'anomalia di +1,93°C sulla 1986-2015. Il primo trimestre del 2024 si caratterizza così come uno dei più caldi del nuovo millennio, con un'anomalia di +2,59°C. Gli estremi mensili si sono registrati il 23 e il 25 del mese, rispettivamente di +22,4°C e +0,3°C. Oltre alle 14 giornate di pioggia, si contano numerose giornate ventose, ben 12 con raffiche superiori a 30 km/h, mentre non vi sono state gelate in quanto la colonnina non è mai scesa al di sotto di 0°C; soltanto 2 le giornate con nebbia (visibilità inferiore a 600 m). Il mese conclusosi ha inoltre visto su molte zone del nord Italia la comparsa dei primi temporali, con annesse grandinate precoci, come la sera di sabato 30 marzo, quando uno di questi si è abbattuto sul capoluogo meneghino. L'altra faccia della medaglia è stata invece costituita dalla neve, tornata in maniera abbondante sulle Alpi dopo una stagione fortemente deficitaria, ma relegata principalmente a quote relativamente elevate, tanto che per quanto concerne l'Appennino, soltanto le vette più alte hanno potuto sperimentare ripetute sbiancate, spesso prontamente dilavate da improvvisi rialzi della quota neve.

Temperature medie (°C) Prp (mm)
+5,65 +15,46 +10,43 175,0
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