APRILE 2024

Dal caldo precoce al freddo tardivo

1-8: Primi caldi

Il passaggio di consegne al secondo mese di primavera è segnato da residue precipitazioni in nottata, che lasciano spazio ad ampie schiarite dalla mattinata, in estensione verso levante in concomitanza con l'ingresso di un freddo e intenso vento da ovest, con raffica di 63 km/h. Sul finire della prima settimana, l'avanzamento da ovest di una acuta saccatura atlantica favorisce l'inserimento di un promontorio mobile di alta pressione, che porta anomalie termiche positive di tutto rispetto per la prima decade di aprile (fino a 10°C nelle massime), facendo registrare +25,9°C. Situazione non idilliaca per le Alpi, dove i recenti apporti nivometrici consistenti sono stati messi a dura prova da uno zero termico a quota 3900 metri in libera atmosfera.

9-10: Breve ma incisivo intervallo perturbato

In virtù della sua natura "mobile", l'ondulazione altopressoria responsabile di questo primo assaggio d'estate è ben presto rimpiazzata dall'incalzante saccatura polare-marittima. La nuova massa d'aria, trovandosi al cospetto della labirintica orografia del nord Italia, si arena temporaneamente al di là del baluardo alpino, fin tanto che il dislivello barico non diventa tale da permetterle di aggirare o peggio saltare l'ostacolo, tracimando con forti venti fino a che l'equilibrio non viene ristabilito. Di conseguenza, Tramontana e Scirocco si spartiscono la Val Padana secondo un asse che la divide diagonalmente più o meno dalla brianza lecchese al bolognese. Lungo questa direttrice avviene così lo scontro fra i due venti, il quale favorisce lo sviluppo verticale di imponenti cumulonembi che arrecano precipitazioni a sfondo temporalesco nelle immediate vicinanze. Il peggioramento si risolve in serata, dopo 36,7 mm ed un cospicuo calo termico: si noti infatti che a sole 48 ore da una massima di +25,9°C se n'è registrata una di +12.9°C.


Temperature in quota: sbalzi notevoli

11-15: Nuova forte ondata di caldo estiva

Il recupero si rivela tanto rapido quanto lo era stato il tracollo, tanto che la risalita dei valori di pressione e delle temperature a tutte le quote è imminente. Senza l'ausilio del foehn, il caldo dei primi giorni della seconda decade di aprile è frutto esclusivamente della importantissima compressione di una nuova struttura anticiclonica disposta diagonalmente dall'Atlantico all'Italia settentrionale. Proprio sulla verticale del nord-ovest, nelle giornate del 13 e 14, il geopotenziale di 500 hPa lievita a 5900 metri, portandosi dietro lo zero termico il quale sfiora quota 4000 m. Le ripercussioni al suolo sono così ancor più rilevanti di quelle osservate a inizio mese: per citarne alcune, ai 2173 m del Cimone nella giornata di domenica 14 aprile si registrano +15,2°C (record assoluto per il mese), mentre qui il termometro si ferma a +28,7°C, un valore tipico di fine giugno, ma spiccano anche i +30,0°C della vicina Spessa (PV) e i +30,4°C di Caorso (PC). Dal pomeriggio, però, alte nubi cirriformi iniziano a pennellare il cielo, facendosi cirrostrati il dì seguente, preludio dell'oramai prossimo nuovo cambiamento.


Le virghe dovute ai bassi tassi di umidità relativa in prossimità del suolo

16-26: Reversal pattern a tutto spiano

Avete mai sentito parlare di compensazione? È una dinamica che in meteorologia prevede, su periodi più o meno lunghi, l'alternanza di anomalie di segno opposto ma di entità simile. Beh, ovvio, direte voi, anche perchè le medie termiche di riferimento per una data regione in un certo periodo dell'anno sono esse stesse il prodotto di tali oscillazioni delle temperature. Ma negli ultimi anni, complice il veloce rialzo delle medie, questa cosa non è più così ovvia, tanto che vi sono svariati dibattiti circa la sua attendibilità. A parer mio, la legge di compensazione è piuttosto inutile, poichè non permette di prevedere su quale lasso di tempo essa si realizzerà, ma la cosa che secondo me è certa è che ciò si verifica e si verificherà sempre, anche in tempi di cambiamento climatico: difatti, se un dato periodo non risulta compensato rispetto alla propria media, nemmeno scegliendo periodi nell'ordine di mesi o anni, l'anomalia è dovuta semplicemente all'impiego di una media storica, come riferimento, non più attuale. Non potremo più aspettarci in aprile di compensare massime di 20°C con altrettante di 14°C, perchè i 20°C sono la nuova normalità, e di fronte ad eventuali giornate con 14°C dovremo attenderci (grado più, grado meno) massime di 25/27°C. Ovviamente non è tutto così matematico, ma funziona, anche nel raggio di poche settimane se ci si concentra sulla frenetica variabilità primaverile. E così, anche in periodo di Global Warming, occhio a sottovalutare i detti dei nostri vecchi, come il popolarissimo "aprile non ti scoprire", specie a seguito di massime quasi estive. Il 16 aprile un impulso di aria artica raggiunge il cuore dell'Europa, addossandosi alle Alpi e giungendo qui da noi come sferzante Favonio. L'umidità raggiunge il 13%, ma le temperature continuano a scendere complice l'origine molto fredda della massa d'aria, testimoniata da valori di dew point prossimi ai -10°C. La contesa tra Bora e Favonio prosegue nei giorni successivi, in un teatro sempre ventoso con raffiche giornaliere di 40-50 km/h e continui saliscendi dell'umidità relativa. A popolare il cielo ci sono nubi di vario tipo, ma saltano all'occhio le numerose virghe, scie di precipitazione che evaporano a mezz'aria a causa degli strati secchi prossimi al suolo. Il 20 aprile, un nuovo vigoroso nocciolo di aria artica si stacca con moto retrogrado dalla circolazione generale, impattando le Alpi e travasando aria fredda tramite venti di foehn. La successiva riumidificazione della Bora sarà fondamentale ad impedire, il 22, che la neve raggiunga la pianura. L'ingresso di una -4 sulla verticale del nord-ovest e precipitazioni continue e battenti per tutta la giornata non sono infatti sufficienti, e la dama bianca si ferma a 400 m, sulle prime colline della Val Tidone, ma apportando oltre 10 cm dai 700 m e addirittura una ventina sui 1440 m del Penice, dove riapriranno l'impianto per una notturna il 25 aprile. Ancora più abbondanti gli accumuli sulle colline dell'Emilia centrale e in alta val d'Aveto. La dinamica da manuale sfiora così un posto da primato nella Hall Of Fame delle circolazioni meteorologiche, senza nulla togliere alla massima di appena +8,7°C, ben 20°C in meno rispetto a pochi giorni prima (massima peraltro registrata a mezzanotte, mentre di giorno grazie alle precipitazioni non si sono superati i +6°C!). Davvero insoliti i giubbotti invernali a fine aprile, le macchine che scendono in valle con il tettuccio innevato, e le foglie ed i fiori ammantati. Una vera e propria pugnalata in petto alla primavera, che, come vedremo, impiegherà parecchio tempo a ricucirsi.


Pesciara (VR)

Successione stratigrafica dell'Enza

La chiesa di Caprile (550 m)

SP 34 verso Cicogni

Cicogni ore 9.20

L'intensa nevicata di lunedì mattina

Inverno e primavera

Curiosa testimonianza delle proprietà termiche delle superfici

Impianti monte Penice (1150 m)

Quota 1440 m, -4°C

Neve e calabrosa

Il Cristo sotto la neve

Fiori congelati

La veste del Lesima all'alba

Skyline piacentina il 24 aprile

26-30: Nuovo repentino rialzo termico

Sul finire del mese, la spinta retrograda dell'aria fredda va a sfogarsi in Atlantico, ove alimenta una saccatura in lento movimento verso levante. Questo ha provocato un prolungato alito prefrontale dal nord Africa, ben testimoniato dagli strati di nubi sterili sporcate dalla sabbia del Sahara. Grazie a qualche schiarita in più gli ultimi due giorni del mese osservano una forte scaldata anche alle quote inferiori, ma ben presto sopraggiungono nuovi cirri, poi cirrostrati, ed infine altostrati, sintomi del fronte caldo della perturbazione ormai prossimo a valicare l'Appennino dal Ligure. Quest'ultima scaldata si rivelerà fondamentale nel determinare il debole sopramedia del mese.

Temperature medie (°C) Prp (mm)
+7,54 +19,98 +13,47 111,7

Bilancio

Il passaggio a condizioni di ENSO positivo in area pacifica preludevano ad un cambio di regime meteorologico sul nostro territorio, e dall'inizio del 2024 si può affermare come ciò si sia visto in particolar modo nelle precipitazioni. A differenza dei due anni passati, i primi mesi dell'anno stanno facendo regsitrare accumuli molto significativi rispetto agli standard, e ben 3 mesi su 4 hanno totalizzato cumalate a tripla cifra. Ciò che invece resta pressochè analogo da diversi anni è l'andamento termico della prima parte dell'anno, ed anche questo 2024 ha osservato forti e persistenti anomalie positive in febbraio, via via ridimensionatesi nel corso di marzo, fino, a tratti, ad invertirsi in aprile. Dopo una fase calda che ha pochi precedenti nella storia climatica recente (per quanto concerne aprile), se n'è presentata una altrettanto eccezionale, ma di stampo opposto, che ha rinnovato condizioni tardo-invernali. Questo estremo dualismo racchiuso in soli 30 giorni, se osservato nel suo complesso, tanto è simmetrico da compensarsi e scomparire, lasciando un mese di aprile a +0,87°C dal riferimento storico (+13,47°C). Mancate le gelate a causa di un freddo perturbato, con cieli spesso coperti ma con nevicate a quote di bassa collina il giorno 22. Estremi termici dunque di +28,7°C il 14 e +3,1°C il 19. Ben 2 i giorni di pioggia abbondante (>30 mm), tanti quanti nell'intero 2022, 6 giornate di pioggia totali, 111,7 mm mensili. Degna di menzione l'importante escursione termica manifestatasi nelle massime tra il 14 e il 22: ben 20°C persi in meno di 200 ore!

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