Inverno 2023-2024
C'è ben poco di invernale
Ottobre
L'avvio del semestre freddo avrebbe dovuto lasciare immaginare che cosa ci avrebbe riservato il trimestre invernale: la prima decade di ottobre, con una media di +28,68°C dei valori massimi diurni, regala 3 giornate fuori da ogni logica tra l'8 e il 10, quando si superano ripetutamente i 30°C. L'intervento di alcune perturbazioni da metà mese riesce a smorzare il caldo fuori stagione, ma grazie alla prima quindicina il mese si chiude quasi +4°C sopra la norma!
Novembre
L'ultimo mese d'autunno riesce a cavarsela senza grosse anomalie, sebbene il giorno 15, un po' a sorpresa, si superino i 20°C grazie ad una ventosa giornata di foehn. Il riscontro termico presenta un'anomalia di +1,19°C sul trentennio 1986-2015, mentre la pluviometria, dopo un ottobre particolarmente generoso, si presenta di nuovo deficitaria, con circa 65 mm accumulati. Gli ultimi giorni vedono una veloce irruzione artica sui vicini Balcani, con coinvolgimento marginale dell'Italia. Si sfiora una prima piccola nevicata in pianura, proprio l'ultimo giorno del mese.
Dicembre
L'inverno parte discretamente, con un nastro trasportatore di aria fredda dalla Russia europea all'Europa centrale. Questa situazione dura tuttavia molto poco: l'anticiclone a supporto di tale blocco si rompe alla radice, ed è naturale conseguenza una vigorosa ripartenza della zonalità che a partire dalla seconda decade cancella anzitempo ogni traccia d'inverno. Un nuovo temporaneo rallentamento del flusso si verifica nel corso della terza decade, ma si concretizza con un veloce impulso da NW che causa correnti favoniche persistenti e la definitiva rottura dello strato inversionale anche in Pianura Padana. L'antivigilia osserva così una temperatura massima di ben +20,4°C, un valore che ha ben pochi primati nelle nostre zone in dicembre; nemmeno sui rilievi si può trovare qualcosa che rimandi la mente all'inverno: la neve è assente fino in vetta, mentre i colli osservano minime estive, con valori localmente superiori a +15°C. Anche l'ultimo mese del 2023 si chiude con una pesante anomalia termica (+2,53°C) e pluviometrica (soli 27 mm). Tutti i 12 mesi del 2023 hanno chiuso con temperature superiori alle medie, evento che non si era mai verificato.
Gennaio
La prima decade del nuovo anno si porta dietro le anomalie di dicembre, riuscendo però a smaltirle piuttosto in fretta, grazie ad una ritrovata ondulazione della Jet-stream che inserisce una perturbazione atlantica che provoca il ritorno di neve abbondante su tutto l'Appennino piacentino. Come nella teoria, lo spostamento del ciclone verso est attiva un richiamo dalla porta della Bora che introduce aria fredda in Val Padana, regalando una parentesi di temperature davvero invernali per circa una settimana. Proprio a metà mese si verifica una decisa inversione di segno della zonalità, ma ancora una volta una buona dose di sfortuna fa scivolare la massa d'aria gelida appena a nord delle Alpi, facendo terminare la sua corsa in Atlantico, secondo uno schema ormai tristemente ricorrente. Qualche sbuffo freddo nel corso della seconda decade, momento dell'incontro più ravvicinato con il gelo russo-scandinavo, è sufficiente a preparare la colonna d'aria padana ad accogliere la neve, ma l'altrettanto veemente richiamo prefrontale dell'unico sistema perturbato vanifica per un soffio la possibile imbiancata. I giorni più freddi si registrano all'inizio della terza decade, con temperature fino a -6°C, ma l'anticiclone delle Azzorre stirazzato dalla nuova ripartenza zonale abbraccia l'Italia nei giorni seguenti, spegnendo la stagione e abbandonando la pianura in balia delle nebbie. Grazie all'altalena termica durata due settimane, gennaio si chiude di poco superiore alla norma (+1,7°C) e con precipitazioni superiori a 50 mm.
Febbraio
L'ultimo mese d'inverno esordisce con la sua unica giornata sottomedia. Il 3 febbraio sfioriamo i primi 20°C come un anno fa, ma a differenza di quell'episodio questa volta non c'è il contributo del Foehn. Il 5 febbraio si scende per l'ultima volta nella stagione 2023-2024 sotto la soglia degli 0°C: si tratta dell'ultima gelata più precoce mai registrata. Le prime due decadi del mese vengono dominate dall'alta pressione, fatto salvo il rapido peggioramento sul finire della prima decade, con quasi 20 mm. Le temperature rimangono stabilmente oltre le medie storiche di circa 4-5°C per tutto il resto del mese, anche quando il tempo subisce un radicale cambiamento con l'instaurazione di un pattern molto dinamico e perturbato che ci terrà compagnia per tutta la primavera. La terza decade si conclude così con ben 100 mm accumulati, ma con quota neve sufficientemente bassa da coinvolgere a fasi alterne soltanto le cime più alte del nostro Appennino. Si tratta comunque delle uniche importanti nevicate di stagione. Grazie a quest'ultima fase, il bilancio pluviometrico è di 119,7 mm ovvero circa il triplo di quanto atteso per febbraio, mentre il quadro termico sfoggia un'anomalia da primato di ben +4,24°C.
Marzo
La primavera si apre per la prima volta dopo diversi anni (dal 2018) con piogge copiose su tutto il nord Italia. Nella prima decade si verificano 9 giorni di pioggia, che causano l'esondazione di alcuni corsi minori. La neve, dopo un inverno avaro, riprende a cadere abbondantemente sulle cime appenniniche, fondendo però con molta rapidità, stanti le temperature miti portate dalle frequenti sciroccate. Dall'11 al 25 il maltempo subisce una battuta d'arresto, con molte giornate di sole e temperature tipiche di aprile. Sul finire del mese, asciutti venti di Foehn regalano permettono ai suoli di asciugare un pochino e di raffreddarsi in maniera più significativa nottetempo, nonchè alla neve di scendere nuovamente fin sulle nostre montagne all'arrivo della successiva perturbazione. Il mese si chiude con un'anomalia di +1,73°C e ben 175 mm accumulati.
Aprile
Sembrerà strano, ma aprile si rivelerà il mese dinamicamente più interessante, anche in un'ottica invernale (e in effetti ci voleva poco...). L'avvio è tutt'altro che freddo, con le temperature che si portano oltre i 25°C già dal giorno 8 grazie ad uno spostamento dell'asse di saccatura in pieno Atlantico, ma ecco che il 10 il cut-off della sua estremità meridionale riparte rapidamento verso levante, salvo poi sprofondare sul Mediterraneo centrale, portandosi dietro aria fredda con nevicate importanti sulle Alpi fino a bassa quota per la stagione. La ferita è presto cancellata, e nei giorni seguenti un'escalation dei termometri porta le massime di nuovo su valori quasi estivi, toccando, il 14 aprile, i +28,7°C. Ma non è finita qui. Un inverno che tenta disperatamente di recuperare quanto ha perduto interviene solo due giorni dopo, ricacciando un'estate che scalpita: un'irruzione artica investe l'Italia, venendo successivamente isolata e intrappolata nel Mediterraneo dai due anticicloni ai marigini. Il travaso della nuova massa d'aria è attuato dai venti di Foehn e di Bora che si spartiscono l'area padana, mentre lo zero termico crolla fin poco sotto ai 1000 metri. Nei giorni 22 e 23 cadono in totale circa 56 mm di pioggia in pianura, con accumuli nevosi a partire da 500-600 metri sulle colline valtidonesi: senza dubbio, l'evento più invernale dell'intera stagione. Le massime di quei due giorni si fermano sotto i 10°C, ma ancora una volta le minime non riescono ad andare sottozero, complice l'insistente nuvolosità. Il fisiologico collasso della struttura depressionaria isolata dalla circolazione generale dissipa la massa d'aria gelida, permettendo alle temperature di risalire nei giorni successivi sui valori tipici del periodo. Un altro mese porta a casa precipitazioni abbondantissime, mentre le temperature, a dispetto della sfreddata di fine mese, mostrano una complessiva lieve anomalia positiva.
Bilancio
Sulla stagione "fredda" 2023-2024 ha pesato un Niño positivo che ha portato le temperature medie degli oceani su valori eccezionali, ma soprattutto in ampio stacco rispetto agli anni passati. La cessione di calore all'atmosfera ha così comportato una sostanziale accelerazione del Riscaldamento Globale, oltre ad una corposa iniezione di vapore acqueo, una delle cause delle precipitazioni eccezionale del 2024 sull'Europa (anche se la causa principale è ovviamente il tipo di circolazione atmosferica). Dicembre non è stato particolarmente diverso dagli anni scorsi, osservando un avvio smagliante della stagione in montagna, per poi ritrattare proprio quando l'inverno dovrebbe entrare nel vivo, tanto che la decade natalizia è ancora una volta risultata mite e sostanzialmente stabile. In gennaio siamo stati accarezzati, per così dire, dall'inverno, per poi vedere la stagione concludersi preocemente a inizio febbraio, senza che sia davvero mai iniziata. La nota di merito è il ritorno di precipitazioni consistenti dopo due anni di agonia idrica, e ciò ha permesso nel corso della primavera di risollevare quantomeno in montagna un bilancio di massa nevosa indecoroso. Quanto alla pianura, 1 cm di neve caduto il 4 dicembre sembra quasi una provocazione, o una beffa dello stile "il tuo l'hai avuto, non lamentarti". La nebbia c'è stata, soprattutto in gennaio, e con un totale di 32 manifestazioni osservabili. Numerosi i giorni di pioggia, grazie soprattutto al contributo di marzo e aprile, per un complessivo di 54 giorate con più di 1 mm. Com'era prevedibile, invece, hanno decisamente scarseggiato le gelate: 42 in tutto, racimolate in prevalenza fra dicembre e gennaio. Poco o nulla negli altri mesi, che invece solitamente negli scorsi anni avevano dato, chi più chi meno, il proprio contributo. Si tratta di un risultato comunque migliore della stagione 2013-2014, anche se le gelate di per sè non sono un parametro sufficiente a valutare una stagione fredda. Basti pensare al 2021-2022, che fece registrare ben 82 gelate, ma che nel complesso si chiuse mite e avara di neve dai monti al piano.
Poco da commentare, quindi. A confronto, invernicchi come il 2021-2022 o il 2018-2019 possono tranquillamente accedere agli amarcord.
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