FEBBRAIO 2021

Tre stagioni in un mese

La prima decade trascorre all’insegna del tempo autunnale stante un flusso atlantico molto spinto, con cieli coperti al nord ed assenza di gelate. Questa configurazione è responsabile di un notevole sopra-media termico sia in pianura (media dei primi dieci giorni: +6,93 gradi) sia in quota, dove si osserva una rapida consunzione della neve. Con l’arrivo della seconda decade, però, va strutturandosi un anticiclone di blocco sull’Europa occidentale responsabile della retrogressione di una massa d’aria gelida lungo il suo fianco orientale, la quale privilegia la rotta balcanica riuscendo però a fare ingresso anche sul nostro paese. Dalla sera dell’11, come da previsioni, l’avvezione di aria molto fredda continentale si manifesta con forti venti di bora che insistono fino al 13 portando ad un generale forte calo delle temperature. Nella sera del 12 ha inizio una breve tormenta di neve asciutta e leggera che si conclude dopo la mezzanotte, dopo aver ammantato tutta la pedemontana emiliana di un sottile velo (qui 1 cm). La fase fredda che culmina il 15 (-6,0) ha però vita breve: dal 16, infatti, la circolazione assume nuovamente connotati non invernali, dapprima presentando cieli spesso nuvolosi con temperature miti anche di notte, poi imponendo un forte dominio anticiclonico responsabile di un anticipo di primavera. Le massime dei giorni 24, 25 e 26 sono da fine Aprile, rispettivamente di +19,7, +19,9 e +19,8. L'ultima decade del trimestre freddo se ne va così, con una media di +8,94, tra tiepide giornate di sole ed una preoccupante mitezza.

Dopo un avvio di inverno interessante che aveva lasciato ben sperare per il prosieguo della stagione invernale 2020-21, l'ultimo mese del trimestre freddo si chiude senza aver portato a termine il suo compito. Non v'è nulla da segnalare, se non una modesta irruzione di aria fredda ad inizio seconda decade, accompagnata da una spruzzata di neve. L'anomalia dalla media 1986-2015 è spaventosa, nell'ordine di +3,05 gradi, le precipitazioni sono scarse (20,9 mm), si contano soltanto 6 gelate e 1 cm di neve. Rischia di essere l'ottavo inverno consecutivo mite e monotono, diverso dai precedenti solo per il tipo di configurazione prevalente che ha visto il transito di numerose perturbazioni atlantiche dalle quali però hanno tratto beneficio (sia in termini di temperature che di neve) solo la montagna e l'alta collina. Sul crinale appenninico resiste una buona copertura nevosa dopo i metri caduti in dicembre ed il freddo che ha persistito fino a metà gennaio. La pianura, invece, poichè d'inverno sperimenta inversioni termiche e gelate, possibili soprattutto nelle fasi anticicloniche con cieli sereni, ha patito i lunghi periodi caratterizzati da una persistente copertura nuvolosa, cosicchè tutti i mesi hanno chiuso con anomalie termiche positive significative.

Temperature medie (°C) Prp (mm)
+2,34 +11,24 +6,55 20,9

Foto

Resiste la neve sul crinale appenninico

Monte Penice ben innevato (A)

Le antenne sopra le nubi basse (A)

Nuova neve per tutto il piacentino

A partire dalle ore 21 del 12 un mini blizzard investe tutta la provincia, concludendosi dopo la mezzanotte, con 1 cm di neve farinosa.

 

Scorcio sulla città

Suggestive onde di neve (alta val Tidone)

Fino a -12 in montagna

Alcuni scatti dell'alta val Trebbia e delle cascate del Perino

   

Il sentiero

Appennino

Panoramica delle cascate gelate

Cielo terso

Meglio spostarsi

Cascate con neve e ghiaccio

Qualche raggio su un luogo glaciale

Il bosco

Rametto congelato

Sculture senza tempo

Dettaglio stalattiti di ghiaccio

Brulle montagne innevate...

...si stagliano nel cielo azzurro

Il tramonto dell'inverno


Commento sull'inverno meteorologico 2020-21 (1 dicembre 2020 - 28 febbraio 2021)

L'inverno conclusosi è stato eccezionale sotto l'aspetto pluviometrico, grazie ad una circolazione reiterata che ha riproposto configurazioni bariche in grado di portare importanti precipitazioni. Dalle colline in su si è trattato inoltre di un inverno eccezionalmente nevoso, grazie alla staffetta tra discese di aria artica e richiami sciroccali che hanno insistito per tutto il mese di dicembre (il più piovoso), come non accadeva da anni. In questo primo mese dell'inverno, infatti, la NAO è rimasta su valori debolmente negativi, creando le condizioni più favorevoli ad una grande dinamicità e ad un prevalente regime depressionario a carattere freddo sul comparto mediterraneo e italiano. A dare manforte a questa situazione si è aggiunta una MJO tra le fasi 4,5 e 6, le più propizie a eventi perturbati in dicembre, e la PNA negativa ha favorito afflussi di aria artica sull'Europa occidentale. Questa persistente dinamica ha portato eccezionali nevicate in Appennino, mediamente tra i 3 e i 5 metri (!!) di neve soltanto in questo primo mese al di sopra del 1500 mt. Discorso diverso per la pianura, dove la persistente nuvolosità non ha mai permesso la sedimentazione dell'aria fredda, se non a fine mese, quando infatti ha nevicato abbondantemente. Gennaio ha seguito le orme di dicembre, ma con uno stemperamento delle anomalie pluviometriche motivato da un calo del PNA e soprattutto della NAO, che, portandosi su valori molto negativi, ha favorito lo spostamento dei minimi depressionari in Atlantico, favorendo nella seconda metà del mese correnti sud-occidentali più miti ma ancora umide. Verso l'inizio di febbraio c'è stato un radicale cambiamento di pattern, probabilmente da imputare dal minor warming attuatosi durante le settimane precedenti in area polare. Il ritorno a valori di NAO positivi uniti ad un PNA sfavorevole a ondate di freddo ha promosso un regime mite prima a causa di una ripresa della zonalità e poi per l'imposizione di un anticiclone subtropicale, fasi intervallate da una modesta ondata di freddo. Alla fine della stagione, dunque, il comparto montano chiudeva con un bilancio termico negativo ed uno nivometrico eccezionale, come approfondito in questo articolo. La pianura ha osservato invece un inverno più caldo della norma, con poche nevicate (7, di cui diverse con accumulo scarso o esiguo) e una sola di esse degna di menzione, quella del 28 dicembre, che peraltro ha interessato una porzione piuttosto limitata dell'area padana. Ricapitolando, la temperatura media della stagione 2020-21 è stata di +3,96°C (+1,67°C di anomalia), e compresa fra estremi assoluti di -9,8°C (31 dicembre) e +19,9°C (25 febbraio). Si contano 35 giornate di gelo, di cui una di ghiaccio, e 20 giornate con nebbia (visibilità < 600 mt). Eccezionali, come già discusso ampiamente, le precipitazioni, le quali ammontano a 379,6 mm, comprensivi dell'equivalente in acqua dei 39,5 cm di neve accumulati nel corso della stagione.

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